著者
小松原 郁
出版者
美学会
雑誌
美学 (ISSN:05200962)
巻号頁・発行日
vol.61, no.2, pp.61-72, 2010-12-31 (Released:2017-05-22)

Nel presente saggio viene trattato il trittico del Mantegna commissionato dall'abate Gregorio Correr per la basilica di San Zeno a Verona. L'obiettivo dell'articolo e riconsiderare le peculiarity del dipinto, ricercando l'origine concettuale della forma della pala e della sua composizione spaziale nell'arte fiamminga che il Mantegna potrebbe avere visto a Ferrara. Gli studiosi ritengono che questo trittico sia derivato dalle due pale patavine, aventi soggetto uguale a quella mantenesca. Il presente saggio, invece, focalizzando l'attenzione sull'espressione spaziale, esamina la possibility di altre fonti del trittico, che vengono individuate nell'arte settentrionale, soprattutto in quella di Rogier van del Weyden. Inoltre, riesaminando la composizione spaziale, si suggerisce che il Mantegna abbia creato in maniera originale un nuovo spazio pittorico, una volta appresa l'espressione spaziale della pittura toscana e di quella flamminga. Sulla base di cio e possibile concludere che il trittico in esame sia la rappresentazione di un nuovo spazio, tanto sacro quanto profano, della sacra conversazione, e che costituisca un modello iconografico veneto dello stesso tema, caratterizzato da una complessa composizione spaziale e da un magnifico trono.