著者
村瀬 有司
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.58, pp.173-196, 2008-10-19

La Gerusalemme liberata e una delle opere della storia della letteratura italiana piu difficili da recensire, dal momento che l'opera che il Tasso voleva lasciare ai posteri non e mai uscita. Da una parte, le edizioni coeve furono infatti pubblicate senza l'approvazione dell'autore e dall'altra quelle moderne dipendono totalmente da esse a causa della mancanza di edizioni autografe e dell'intricata tradizione manoscritta. Dal primo Settecento al secondo Ottocento la maggior parte delle edizioni fu basata sul testo della pubblicazione mantovana dell'editore Osanna (O) del 1584 considerata importante perche ritenuta curata da Scipione Gonzaga, un amico letterato a cui Tasso chiese ripetutamente consigli per la sua opera. Dopo la fine dell'Ottocento, tuttavia, alcuni studiosi hanno cominciato a criticarla per i tanti interventi arbitrari del curatore sui versi, presentando invece, come testo piu vicino all'originale, due edizioni uscite a Ferrara a la cura di Febo Bonna il 24 giugno e il 20 luglio del 1581 (rispettivamente B1, B2). Bonfigli curo percio un'edizione nel 1930 ricorrendo principalmente a B2 e in seguito Caretti ne curo un'altra nel 1957 consultando piu sistematicamente lo stesso testo e limitandosi a visionare B 1 e O solo per correggere palesi errori di frase. Questa ultima edizione carettiana e quella diffusa oggi. Non avendo mai il Tasso ne collaborato alle tre edizioni (O, B1, B2), ne avendone riconosciuta alcuna come sua, un'edizione filologicamente piu accurata non puo prescindere da un attento esame dei manoscritti che sfortunatamente mancano di ordine. Dal 1575 al 1576 Tasso spedi le bozze dell'opera al Gonzaga di Roma per la revisione, che non riguardo l'opera completa, ma solo le parti di volta in volta finite separatamente: di conseguenza, i gruppi di canti furono trascritti e diffusi in modo indipendente e fasi diverse si insinuarono all'interno di un singolo manoscritto. Questa complicazione rende piu intricata la relazioni fra i vari manoscritti e difficile la sistemazione delle stampe variamente originate da essi. La ricerca piu recente sta infatti mettendo in evidenza questa complessita, soprattutto per merito quasi esclusivo degli studiosi dell'Universita di Pavia, capeggiati da Luigi Poma. Una comparazione dettagliata fra quasi tutte le varianti presenti nei testi piu importanti ha condotto lo studioso a stabilire quale fosse il manoscritto di riferimento in base al quale gli altri possono essere collocati in ordine ed ha indicato vari problemi testuali delle stampe cinquecentesche e dell'edizione moderna. In questo articolo si cerca di schematizzare i rapporti fra i testi e notare i problemi dell'edizione carettiana utilizzando i risultati delle ricerche degli studiosi di Pavia ed in particolare quelli citati di Poma.
著者
村瀬 有司
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.48, pp.112-136, 1998-10-20

Nel canto XVI della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso c'e la seguente impressionante descrizione della sparizione del palazzo di Armida. <<Ombra piu che di notte, in cui di luce / raggio misto non e, tutto il circonda, / se non se in quanto un lampeggiar riluce / per entro la caligine profonda. / Cessa al fin l'ombra, e i raggi il sol riduce / pallidi; ne ban l'aura anco e gioconda, / ne piu il palagio appar, ne pur le sue / vestigia, ne dir puossi: "Egli qui fue". <<Come imagin talor d'immensa mole / forman nubi ne l'aria e poco dura, / che 'l vento la disperde o solve il sole, / come sogno se 'n va ch'egro figura, / cosi sparver gli alberghi, e restar sole / l'alpe e l'orror che fece ivi natura.>>(XVI-69, 70) Il faxcino poetico di questa rappresentazione risiede nella vanita simboleggiata da "nubi" e "sogni", topoi tipici dell'autore. In questo articolo considerermo, da tre diversi punti di vista, le immagini usate dal Tasso per rappresentare la vanita. Bisogna anzitutto ribadire l'influenza preponderante della tradizione religiosa sulla sensibilita della cultura europea. Il motivo della vanita si collega con la concezione che il mondo e vano e incostante rispetto ai valori assoluti di Dio. Si deve inoltre considerare la seguente caratteristica della societa del Cinquecento: in piu parti delle opere tassiane viene spesso rappresentato il concetto di relativita, ovvero il pensiero secondo il quale l'interpretazione di uno stesso fenomeno varia secondo il tempo, il luogo e il costume. Tale relativismo trae origine dalla particolare situazione storica dell'Europa del Ciquecento. Nel XVI secolo, in seguito alle grandi scoperte geografiche, si diffusero rapidamente in Europa informazioni sulle societa e i costumi di paesi fino ad allora sconosciuti, i nuovi valori religiosi conseguenti la Riforma e le scoperte scientifiche simboleggiate dall'eliocentrismo. Questi nuovi valori scossero le norme tradizionali della societa e della religione, introducendo un senso di incostanza e vanita del mondo. Non si deve poi sottovalutare l'atteggiamento psicologico del Tasso, la cui visione della vanita e legata strettamente al suo forte soggettivismo. Per l'autore, la realta e solo una immagine fugace, come un sogno, e lo stesso concetto di "visione" e profondamente collegato al suo senso di perdita originato dall'esperienza di essere un tutt'uno con la madre. La perdita dell'essenza assoluta (distacco dalla madre) fa nascere di conseguenza nel Tasso un ardente desiderio di ricupero della suprema beatitudine e dell'armoniosa perfezione del mondo della fanciulezza.
著者
村瀬 有司
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
vol.45, pp.53-76, 1995-10-20 (Released:2017-04-05)

Questo articolo tenta di chiarire una disposizione mentale importante di Piero Paolo Pasolini attraverso un'analisi di Ragazzi di vita, il suo primo romanzo pubblicato nel 1955. L'immagine della sporcizia costantemente presente nell'opera costituisce l'oggetto principale di questo studio. Pasolini descrive spesso delle vedute delle borgate di Roma piene di immondezze, vedute che non solo descrivono realisticamente la vita dei quartieri bassi ma contengono anche alcuni significati latenti, quali la vitalita, l'inclinazione alla morte e la santita. I ragazzi di vita sono dotati di un'energia vigorosa non limitata dalla repressione della civilta, energia che si esprime nei loro comportamenti zotici e nel loro gergo osceno. Il carattere indecente dei ragazzi e messo in rilievo esternamente dalla sporcizia che li avvolge, cioe le immondezze e i rifiuti connessi alle loro figure sottolineano la tenacita della loro esistenza. Ma nell'immagine della sporcizia e latente anche la pulsione verso la morte contraria alla vitalita. In questo caso, la sporcizia simboleggia la caduta in un abisso oscuro. Essendo circondati dall'immagine oscura delle immondezze, i ragazzi di vita acquistano una dimensione sacra intimamente collegata con la pulsione verso la morte. In altre parole, la sporcizia coinvolge i ragazzi in una situazione masochistica che conferisce loro la santita dei martiri. Il presente articolo individua nell'immagine della sporcizia le tre caratteristiche sopracitate, collegandole con un'altra immagine fondamentale del romanzo, cioe con l'estate, tentando di chiarire un aspetto fondamentale della disposizione mentale di Pasolini.