著者
柴田 瑞枝
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
vol.63, pp.1-27, 2013

<p>Alberto Moravia (1907-1990), uno dei maggiori rappresentanti della letteratura italiana del Novecento, pubblico numerosi romanzi e racconti nell'arco dei suoi 82 anni. Fortemente attratto dall'esistenza "drammatica" della figura femminile, Moravia non soltanto scrisse opere riguardanti le donne, ma spesso tento di raffigurarle "dall'interno", immedesimandosi con esse e narrando in prima persona femminile. La Romana, La Ciociara, Il Paradiso, Un'altra vita, Boh, e La vita interiore sono sei delle sue opere principali, in cui la protagonista e sempre una donna che racconta la propria vita dal suo punto di vista. La scelta dello scrittore romano di narrare attraverso la voce di una donna suscito spesso grande clamore nella critica, oltretutto fu anche attaccato accanitamente da alcune femministe dell'epoca. Ai suoi detrattori peto mancavano, nella maggior parte dei casi, i legittimi fondamenti e motivi che ne giustificassero l'attacco. Dopo la pubblicazione de La Romana (1947), il suo primo romanzo in prima persona femminile, Moravia prosegui con il suo narrate dal punto di vista di una donna anche ne La Ciociara (1957), in tre raccolte di racconti pubblicati negli anni settanta (Il Paradiso, Un'altra vita, Boh, vedi sopra) e infine, ne La vita interiore (1978). In questo articolo si intende analizzare e riesaminare l'importanza del suo ultimo romanzo in prima persona femminile, La vita interiore, che sembra essere sottovalutato in alcuni aspetti politici e letterari. Lo scrittore impiego ben sette anni per la stesura de La vita interiore che, appena pubblicato, attiro una grande attenzione da parte del pubblico e dei critici per i suoi contenuti "scandalosi" come la prostituzione, la dissacrazione della religione, l'amore incestuoso e il terrorismo politico. Inizialmente narrato in terza persona, a seguito di un processo di interiorizzazione del punto di vista narrante, nacque il personaggio di "Desideria". La giovane protagonista viene intervistata dall'autore, indicato con il pronome "Io", ed essa gli racconta il suo incontro con la "Voce" (una specie di suo Super-Io) e la sua storia di rivoluzione "simbolica" nell'atmosfera del '68. La novita portata da questo romanzo fu questa particolare forma dialogale, che Moravia riusci a inventare dopo vari tentativi. Questo artificio gli consenti di risolvere alcuni problemi notati dai critici nelle opere precedenti quali La Romana e La Ciociara, cioe l'autenticita di voce della narratrice. Ne La Romana e La Ciociara, infatti, furono spesso osservate l'inadeguatezza del linguaggio eccessivamente alto e sofisticato rispetto alla classe sociale a cui appartengono le protagoniste, la contraddizione tra il loro senso politico troppo acuto (dove traspare l'ideologia politica dell'autore) e la loro presupposta ignoranza in materia, e cosi via. Desideria invece puo parlare liberamente di politica, utilizzando dei termini piuttosto complicati, visto che, anche se lei ne sa ben poco, ha con se la Voce che e onnisciente e le suggerisce di esprimersi in una certa maniera. Inoltre c'e l' "Io" ad aiutarla a chiarirsi e a parlare con la massima autonomia facendole domande opportune e spiegando indirettamente ai lettori come e perche Desideria si comporti in un certo modo e non in un altro. Emerge quindi la tesi che la forma del dialogo triangolare tra Desideria, la Voce e l' "Io", sia il frutto della ricerca di una voce narrante femminile "autentica" dell'autore. Parallelamente, si e cercato di delineare l'atteggiamento politico di Moravia verso il grande movimento studentesco del '68 evidenziando il modo in cui esso venga riflesso nell'opera. Lo scrittore fu entusiasta delle iniziative degli studenti, ma non condivise il loro metodo</p><p>(View PDF for the rest of the abstract.)</p>