著者
武重 千尋
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
vol.73, pp.129-149, 2023 (Released:2023-11-15)
参考文献数
166

La ricerca sul Risorgimento italiano in Giappone iniziò nel periodo Meiji. Innanzitutto, le ricerche sul Risorgimento svolte fino agli anni ’70 sono state raccolte e riassunte da Tetsuro Morita, un importante studioso che si è occupato a lungo della storia d’Italia, soprattutto durante e dopo la seconda guerra mondiale. Gli anni ’60 e ’70 furono infatti il periodo in cui la storiografia giapponese cercò di superare la storiografia del dopoguerra, iniziando a prendere in considerazione lo studio della storia popolare e dei movimenti operai. Morita ha indicato come punto di partenza della sua nuova ricerca sul Risorgimento lo studioso Atsushi Kitahara. Da allora sono passati circa 50 anni, e nel frattempo il modo di scrivere la storia e di fare ricerca sul Risorgimento in Giappone è profondamente cambiato, influenzato dagli eventi e dalle trasformazioni che si sono verificate in questo periodo.Pertanto, in questo articolo esamineremo le ricerche svolte in Giappone sul Risorgimento dal dopoguerra al 2020 suddividendo questo periodo in cinque fasi, e cercando di chiarire come esse si siano sviluppate e quali tendenze mostrino. Nella presente indagine l’autore presterà molta attenzione al significato della parola “Risorgimento”. Esaminando i cambiamenti avvenuti nell’interpretazione del suo significato, l’autore intende chiarire la consapevolezza degli storici giapponesi in merito ai problemi della loro epoca.Nelle ricerche sul Risorgimento svolte nel periodo prebellico, le ricerche sul repubblicanismo di Mazzini si sono sviluppate dal punto di vista del confronto tra il pensiero mazziniano e il romanticismo tedesco nell’ottica della Restaurazione Meiji. E mentre nel secondo dopoguerra le riforme pro-democrazia progredivano, si riteneva che la teoria dei doveri di Mazzini si avvicinasse alle tendenze dell’epoca.La ricerca sul Risorgimento svolta in Giappone dal dopoguerra in poi viene spesso considerata parte del processo di modernizzazione e viene analizzata dal punto di vista della storia comparata. Inoltre, i limiti del Risorgimento vengono evidenziati dall’influenza del marxismo, e il Risorgimento è stato interpretato come un fenomeno diverso dalla riforma sociale incompiuta che era considerata un problema in quel momento: esso viene infatti interpretato come un movimento volto a creare uno Stato unificato.In seguito alla revisione della storiografia del dopoguerra, verrà lanciata la storia dei movimenti sociali, che esplora le nuove frontiere della storia. Influenzata da quest’ultima, la storia della ricerca del Risorgimento che è stata scritta negli anni ’70 inizia a vedere le rivolte del 1848 come movimento popolare. E sono fiorite le ricerche dei democratici.Quando la storia sociale fu introdotta in Italia negli anni ’80, Atsushi Kitahara introdusse la teoria della “sociabilité”, e a partire dagli anni ’90 nacquero molti altri studi che investigavano gli eventi della storia d’Italia nell’ottica della storia sociale.Per quanto riguarda Mazzini, c’è uno studio che analizza il rapporto che egli aveva con i movimenti sociali in Inghilterra durante il suo esilio, nonché la rete di comunicazione tra Mazzini e i radicali britannici allo scopo di fornire assistenza umanitaria e attività educative agli italiani in esilio. Inoltre, sono stati svolti studi mirati ad analizzare il Risorgimento nelle periferie e in un ampio e lungo lasso di tempo, con particolare attenzione verso gli immigrati.Attraverso tali ricerche viene riconfermato il fatto che la formazione di uno stato unitario è stato il maggiore traguardo del Risorgimento, tuttavia, il Risorgimento non rappresentava solo il problema dell’unificazione nazionale, ma anche molte altre sfaccettature.Parallelamente, dalla fine degli anni ’80, sono state condotte ricerche mirate a sottolineare la funzione del moderno stato-nazione,(View PDF for the rest of the abstract.)