著者
石井 元章
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.47, pp.60-76, 1997-10-20

Le Esposizioni Internazionali d'Arte della citta di Venezia, meglio conosciute come Biennali di Venezia, subirono drastici cambiamenti nella quinta e nella sesta edizione rispettivamente del 1993 e del 1905, in cui furono fuse l'arte pura e l'arte decorativa per "creare un salone di un intelligente amatore d'arte". Tali cambiamenti furono messi in atto dal segretario del comitato organizzatore, Antonio Fradeletto, sotto l'influenza dell'Esposizione Internazionale dell'arte decorativa di Torino del 1902. Egli penso di aver trovato il modo attraverso il quale l'Europa risolveva il proprio passato, sottolineando la fusione delle due arti che esisteva prima del periodo rinascimentale. A mio parere invece questa fusione avrebbe potuto essere ispirata dalla partecipazione dell'arte giapponese, presentata alla seconda edizione della mostra veneziana e considerata importante per l'arte decorativa europea dalla critica Japoniste dell'epoca, per due motivi fondamentali. Innanzitutto Vittorio Pica, critico d'arte militante e prima persona a presentare l'arte dell'Estremo Oriente in Italia nel 1894, disse che la mostra giapponese nella seconda edizione era sul filone dell'arte decorativa che doveva man mano svilupparsi per creare lo Stile Nuovo. Pica notava che i Giapponesi erano senza dubbio i piu geniali decoratori del mondo secondo il concetto gia espresso da Louis Gonse nel suo L'artjaponais del 1883 e diffuso tra i Japonisants di tutta l'Europa. Il critico comunicava spesso con il segretario Fradeletto riguardo al miglioramento dell'arte decorativa, che era in realta l'idea del critico. Ce lo testimoniano le lettere che ho scoperto nell'Archivio Storico delle Arti Contemporanee di Venezia. La seconda ragione che vorrei sottolineare concerne la frase "il principio d'unita" che Fradeletto pronuncio parlando dell'"accostare le forme dell'art ornamentale alle figurazioni dell'arte pura" (L'arte nella vita, Bari 1929). Tale principio, secondo lui, esisteva dall'antichita in Europa, ma dopo la rivoluzione industriale, cominciarono le distinzioni tra l'arte pura e quella decorativa secondo la bellezza o l'utilita di un oggetto. Quindi Fradeletto considerava la nuova fusione delle due arti come un atto autonomo europeo accaduto per merito dei movimenti di approfondimento storico del proprio passato. Nonostante cio possiamo trovare la stessafrase nel catalogo della mostra giapponese della seconda edizione : "l'arte giapponese ha per suo caratterefondamentale l'unita ; in essa non la distinzione europea fra l'arte pura e l'arte decorativa, bensi concordia e fusione di mezzi e d'intendimenti". Grazie al catalogo ufficiale, questa caratteristica dell'arte giapponese fu conosciuta dai membri del comitato organizzatore e dai critici, tra cui Gio. Antonio Munaro e A. Centelli citarono il concetto nelle loro opere. "Il principio d'unita" nella vecchia civilta europea e "l'unita" dell'arte giapponeseavevano poca differenza tra loro, ma c'e da notare che Fradeletto che le conosceva entrambe non vi si riferi per niente. Non ne conosciamo il motivo e non troviamo traccia delle riflessioni in merito. Concludendo possiamo dire che sottolineando questa poca differenza tra due frasi come testimonianza secondaria, la presenza dell'arte giapponese ala seconda edizione ebbe a che fare anche con il processo di fusione delle arti pura e decorativa nelle edizioni del 1903 e del 1905 delle Biennali di Venezia.
著者
石井 元章
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
vol.53, pp.29-54, 2003-10-25 (Released:2017-04-05)

Alcuni documenti recentemente scoperti presso l'Archivio dell'Accademia delle Scienze di Torino evidenziano come il Regio Istituto Internazionale di Torino negli anni Settanta e Ottanta dell'Ottocento fosse un importante centro di studi, frequentato tra l'altro da alcuni giovani giapponesi Si tratta di tre scritti del direttore dell'Istituto A De Grossi 1 Ricordo dell'Istituto Internazionale Italiano 1876, Torino 1876 2 Ragioni e proposte per unire la gran scuola di commercio progettata dal comm A Malvano all'Istituto Internazionale Italiano, Torino 1882 3 II R Istituto Internazionale Italiano in Torino e la R Scuola Commer-ciale - Discorso letto dal Direttore il giorno della distnbuzione dei Premi per I'anno scolastico 1885-86, Torino 1887 L'lstituto Internazionale era una scuola con convitto dove si msegnavano studi classici e supenon, di ragionena, preparatori per la camera diplomatica e militan e tecnici e si teneva anche un corso elementare Pare che l'Istituto iniziasse le sue attivita come ginnasio e le allargasse poi ai corsi indicati cui si aggiunsero anche le arti del disegno e la musica Questo istituto fu frequentato da ben otto studenti giapponesi nell'arco di soli dieci anni dal 1873 al 1883 Ijili Gisaburo di Kagoshima studio tecnica cartana nel corso speciale e in quello commerciale superiore dal 1873 al 1878, ncevendo ogni anno un premio particolare per la sua riuscita negli studi Egli chiese all'autorita italiana, mentre stava ancora a Torino, di inviare alla sua famiglia in Giappone le medaglie e i diplomi consegnatigli dalla scuola Non abbiamo altre notizie successive su di lui Marunaka Bunsuke di Ishikawa vi rimase un solo anno (1873-1874) senza ncevere alcun premio Ili suo obiettivo pnncipale era studiare in pratica la torcitura della seta Era venuto in Europa come membro della Missione speciale per l'Esposizione Universale di Vienna del 1873 che fu un'occasione importante per il Giappone moderno per imparare le tecniche piu avanzate dell'Europa Sasaki Sanroku di Ishikawa, secondo figlio di Sasaki Chojun, protagonista dello sviluppo di sencoltura in Giappone dell'epoca, ricevette premi prmcipal- mente per il disegno dal 1875 al 1879 Dai documenti giapponesi risulta che egli rimase poi ancora a Torino fino al 1881 quando si diplomo presso una scuola di belle arti (probabilmente l'Accademia Albertina) Al rientro in Giappone, lavoro per tre anni come pittore di tavole presso la Facolta di Scienze Naturali all'Universita di Tokyo Insegno arte al Primo liceo a Tokyo dal 1888 al 1894, quando si reco a Kanazawa ad msegnare alia Scuola media e poi alia Scuola Normale, suscitando un nuovo movimento nella vecchia citta dell'arte Ogata Korenao di Osaka aveva studiato la lingua francese al College japonais-francais di Edo Uso la sua abilita linguistica all'Esposizione Universale di Vienna Studio all'Istituto Internazionale dal 1874 al 1876 ed ebbe una "Menzione onorevole" nel Corso speciale nel primo anno ed il "1° premio per Disegno - Paese" nel secondo Questa seconda premiazione e un fatto particolarmente interessante perche non si conosceva nulla del suo talento per pittura Nel 1876 trasloco a Venezia dove continuo a studiare nel corso consolare e comincio ad insegnare la lingua giapponese alla Scuola Superiore di Commercio Vi mori nel 1878 e fu sepolto nel cimitero monumentale nell'Isola di San Michele Gli altn quattro, Ohashi Awaji, Kawamura Tsunezo, Hiramoto Hiroshi e Tajima Keitaro studiarono principalmente la lingua italiana all'Istituto dato che lavoravano per aziende che esportavano in Italia semi di bachi da seta I primi tre lavoravano per la Societa Kawajiri di Akita e l'ultimo per la Societa Shimamura di Gumma La prima ditta aveva la sede per l'Europa proprio a Torino ed era quindi molto legata(View PDF for the rest of the abstract.)