著者
近藤 恒一
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.24, pp.1-14, 1976-10-01

Gli studi classici del Petrarca nei primi anni del suo periodo avignonese dovrebbero aver avuto un'importanza non trascurabile per la formazione del suo umanesimo e quindi dell'umanesimo rinascimentale in generale. Da tale punto di vista e sulla base delle piu recenti acquisizioni critiche portate specialmente da Gius. Billanovich, l'A.intende chiarire il significato storico di quegli studi classici, prendendo in considerazione soprattutto gli studi su T.Livio che possono venir documentati da un manoscritto(B.M., Harleian Ms.2493)formato e annotato dal Petrarca poco piu che ventenne, e insistendo sui seguenti punti : 1)Il giovane Petrarca si dedica agli atudi classici nutrendosi da un lato della tradizione retorica italiana e del preumanesimo che era appena nato dal seno di questa, e ereditando dall'altro il patrimonio lasciato dagli studi classici del Medioevo francese. 2)Per il suo 'classicismo' e il nuovo metodo filologico, il giovane Petrarca differisce gia chiaramente dai dotti contemporanei, compresi i suoi collaboratori anziani che seguono ancora il metodo tradizionale. 3)Sugli studi classici del Petrarca agisce dal profondo un nuovo motivo : viva aspirazione all'ideale comunione degli uomini, per cui egli si sforza di far 'riascere' i grandi antichi per poter familiarmente vivere con loro in una intima conversazione. Di qui appunto la sua esigenza filologica.
著者
近藤 恒一
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.16, pp.52-67, 1968-01-20

I primi studi del Petrarca ebbero inizio tra i dotti notari toscani che erano soliti riunirsi alla piccola Corte del Cardinale Niccolo da Prato ad Avignone. In modo particolare, egli prosegui i suoi studi a Carpentras sotto la guida di Convenevole da Prato, maestro di "grammatica" e "retorica" e uno dei notari, ed in seguito a Montpellier dove si reco per studiare legge. Il Petrarca fu incoraggiato ed aiutato negli studi da suo padre, anch' egli notaro ed entusiasta di "retorica" e di Cicerone. Alcune delle caratteristiche del Petrarca si rivelarono fin dal primo periodo della sua formazione; 1) un accesso estetico ed artistico ai classici e specialmente Cicerone, il quale lascio una profonda e quasi simbolica traccia sulla sua vita e cultura, proprio come fecero in seguito Laura e Sant'Agostino ; 2) un senso quasi innato della vita umana, senso che si sviluppo in una coscienza sempre crescente attraverso lo studio dei classici.
著者
近藤 恒一
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.29, pp.151-199, 1980-09-15

Nel 1353 il Petrarca lascia definitivamente Valchiusa, il suo Elicona transalpino, e si stabilisce a Milano mettendosi sotto la protezione dell'arcivescovo Giovanni Visconti, signore di Milano. Il suo trasferimento suscita vive reazioni fra alcuni dei suoi amici, soprattutto fiorentini. In particolare furono violente le critiche mossegli dal Boccaccio che lo condanno severamente tacciandolo di aver commesso un grave delitto contro la patria (Firenze) e di aver abbandonato la liberta e la solitudo che erano state da lui tanto vagheggiate ed esaltate. Nel presente articolo si intendono chiarire i motivi del trasferimento del Petraca a Milano e nello stesso tempo alcuni degli aspetti fondamentali del suo pensiero e modo di agire. A dirla in breve, vi sono motivi schiettamente umanistici alla base di questo trasferimento del Petrarca: la sua avversione alla 'Babilonia occidentale' e il suo amore per l'Italia e, in particolare, il suo forte desiderio di trovare in Italia un nuovo centro per la sua attivita letteraria e quindi per il nuovo movimento culturale ossia l'umanesimo nascente. Infatti, secondo lui, questo movimento doveva essere sostenuto e portato avanti soprattutto dagli italiani e doveva avere il suo centro in Italia, e possibilmente a Roma che fu caput mundi e che avrebbe dovuto ancora esserlo. Nella realta, tuttavia, la citta di Roma non era adatta alla sua dimora, perche per lui personalmente il nuovo centro doveva garantire, oltre alle circostanze culturali propizie, la solitudo ossia vita solitaria piena di quies, otium e libertas, indispensabili ai suoi studi. A questo riguardo gli pareva che Milano fosse invece il luogo piu acconcio e sicuro per lui e le sue cose. Per il Petrarca, diversamente che per il Boccaccio e altri amici, suoi critici, il vivere sotto un governo monarchico o autocratico non significava necessariamente perdere la propria liberta. Anzi, ad osservare la situazione politico-sociale dell' Italia del tempo, rovinata dal furore delle guerre civili, egli sognava piuttosto il rinnovamento e l'unita dell' Italia sotto un forte governo monarchico e pensava inoltre che senza sicurezza e pace sarebbe stato praticamente impossibile godere di quella liberta che era per lui sostanzialmente tutt'uno con la solitudo. D'altra parte, per il Petrarca, che politicamente desiderava prima di tutto l'unita e la pace d'Italia, nessuno degli stati italiani del tempo poteva costituire una patria nel vero senso della parola e quindi non aveva ragione la critica del Boccaccio che la sua alleanza con il Signore di Milano fosse un delitto contro la patria. Ugualmente, per il Petrarca, era senza senso l'osservazione che a causa del suo trasferimento a Milano, citta popolosa, egli avesse definitivamente abbandonato la solitudo stessa. Infatti per lui solitudo significava, da una parte, ritirarsi in se stesso e stare con se stesso liberandosi completamente dalle cure 'mondane' e, dall' altra, dedicarsi meglio alla propria attivita letteraria per poter giovare di piu al mondo. E a tale attivita la solitudo in citta poteva anche essere piu propizia che non quella in selva. In effetti a Milano non meno che altrove egli riusciva a trovare e godere la solitudo. Durante questo stesso soggiorno milanese, pero, di tanto in tanto egli confessava di essere misero, cosi disturbato dalle cure e fatiche 'mondane'. Tuttavia questa sua infelicita non era causata dal fatto che egli dimorava in una grande citta, ma dallo stesso carattere contradittorio proprio della solitudo da lui concepita: piu essa si ricerca e si realizza, piu essa tende inevitabilmente a riempirsi di cure 'mondane' e quindi a cessare di essere solitudo.