著者
長神 悟
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.38, pp.37-51, 1988-10-30

In italiano esiste un tipo di derivazione per cui si ricavano sostantivi da verbi eliminando la desinenza dell'infinito e sostituendovi una -o (forma maschile)o una -a (forma femminile) , ad esempio, accenno de accennare, compra da comprare, e cosi via. Tali sostantivi, chiamati " deverbali senza suffisso" o " deverbali a suffisso zero" , si trovano anche nelle altre lingue romanze e rispecchiano lo stesso tipo di derivazione che esisteva gia in latino. Ma sono assai pochi gli esempi latini, fra cui citeremo PUGNA da PUGNARE, LUCTA da LUCTARI, DOLUS da DOLERE, e puo darsi che questi deverbali latini si siano sviluppati originariamente, come sostiene il Malkiel, in una particolare classe sociale, cioe nell'ambiente dei militari e degli atleti a cui sarebbe piaciuta tale derivazione di carattere semplice e immediato. I deverbali a suffisso zero che appaiono gia abbastanza numerosi sin dai primi tempi della lingua italiana aumentano col passare del tempo e ancora oggi non hanno perso la loro forza produttrice come dimostrano le parole immobilizzo o sorpasso di formazione recente. Fra i circa 1700 deverbali senza suffisso raccolti dal Tollemache ci sono due gruppi diversi che si devono distinguere dal tipo normale di deverbali. I1 primo gruppo, che e costituito da sostantivi come (il) caccia, (il/la) procaccia, (Ser) Contrapponi ' saccente', (il) dormi, deve essere riunito col gruppo dei sostantivi composti tipo portabandiera, mettibocca, apribottiglie, sia dal punto di vista semantico- ambedue i gruppi significano quasi sempre l'agente del verbo sia umano che non-umano anziche l'azione stessa del verbo-sia da quello morfologico-in tutti e due i gruppi i verbi in-are si riducono in-a, i verbi in-ere e in-ire si abbreviano in-i, si hanno i sostantivi maschili per i non-umani e quelli principalmente ambigeneri per gli umani. Il secondo gruppo, che include tali sostantivi quali doglia, voglia, contegno, sostegno, ecc. , non sembra suffragare l'ipotesi del Tollemache che ammette I'origine indicativale di questi (e di tutti gli altri) deverbali. Ora la parola doglia continua sicuramente quella latina DOLIA, plurale del neutro DOLIUM, attestate ambedue le forme nel latino tardo, e DOLIUM sara forse ricavato da CORDOLIUM 'crepacuore' che contiene l'elemento -DOLIUM che risale al verbo DOLERE. Visto che il latino adoperaba la desinenza-IUM per ottenere dei sostantivi a partire da verbi, come mostrano DESIDERIUM de DESIDERARE, GAUDIUM da GAUDERE, INCENDIUM da INCENDERE, non sarebbe del tutto infondato supporre gli etimi VOLIA, CONTINIUM, SUSTINIUM per voglia, contegno, sostegno. Anche la parola sedia, che si spiega di solito come la forma con metatesi di un antico sieda tratto dal verbo sedere, si potrebbe collegare direttamente a SEDIUM/SEDIA che appaiono nei documenti latini medievali con significati ' sedia' , ' dimora compestre' e ' sito' .