著者
谷 泰
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.21, pp.25-47, 1973-03-20

L'eresia dei cosidetti "Apostoli" si e sviluppata all'interno di un movimento che si e diffuso nell'Italia settentrionale nella seconda meta del duecento. Fufondato a Parma nel 1260 da un illetterato, Gherardo Segarello, il quale fuscomunicato e in seguito condannato al rogo nel 1300. Gli altri membri tuttavia continuarono sotto la guida di Fra Dolcino ma furono perseguiti dacrociate papali e infine dispersi. Sulla dottrina millenaristica di Fra Dolcino, possiamo sapere dalle sue tre lettere Presentate nel "De secta illorum qui sedicunt esse de ordine Apostolorum" da Bernardo Gui, invece della dottorinadel fondatore, Segarello e dei suoi compagni nel primo periodo della storia "Apostolica" , non si trova alcun documento scritto direttamente da loro, masolo da coloro che volevano condannarli o li guardavano con occhio parzialee con disprezzo. Segarello non voleva essere autorita fra gli "Apostoli" secondo il suo principio anti-gerarchico e non professava il millenarismo, mentre Fra Dolcino fu addirittura considerato papa e profeta e guido i compagni con una interpretazione personale della teoria millenaria joachimistica. Cosi dato che il movimento degli "Apostoli" passo attraverso due periodi con differenze dottrinali, il pensiero iniziale deve essere ricostruito. In questo articolo ho provato ad esaminare la dottrina del Segarello e dei suoi seguaci attraverso le frammentarie descrizioni di scrittori che vedevano le cose dall'esterno o che erano malintenzionati. Prima di tutto e opportuno dire che queste descrizioni ci rivelano due aspetti apparentemente contradditori nella realizzazione della vita religiosa del Segarello e dei suoi seguaci : l'uno ascetico e l'altro sensuale. Dalle descrizioni di Salimbene de Adam, sappiamo che essi, calzando sandali e coprendosi con mantelli, seguivano l'ideale della poverta evangelica e mendicavano di citta in citta e di paese in paese senza convento ne fissa dimora e senza eleggere tra di loro un'autorita. Da questi dati si puo dire che la loro dottrina ed il modo di vivere volevano realizzare l'ideale della vita apostolica in un certo senso in modo piu severo e piu radicale dei Frati Minori. Inoltre le descrizioni di Salimbene e gli Acta Sancti Officii Bononie ci informano che Segarello e i seguaci trascurarono e anzi negarono il significato del sacramento dell'Eucaristia. Se il fatto di negare il sacramento e basato sul concetto dell'inefficacia del sacramento amministrato da un ministro indegno, possiamo mettere questi "Apostoli" tra quegli estremisti che ricercarono la vita apostolica ma tuttavia non furono al di fuori dell'ortodossia. Ma sembra che il sacramento sia genericamente negato indifferentemete dalla qualificazione del sacerdote. D'altra parte altre descrizioni di Salimbene e alcuni altri documenti dell' inquisizione ci presentano l'aspetto carnale dei "Apostoli" . Per esempio Salimbene dice che Segarello che voleva somigliare al figlio di Dio, si fece circoncidere e giacendo in una culla succhio il latte dal seno di una donna come il Bambino Gesu e fece spogliare i suoi seguaci davanti a una donna in occasione del riconoscimento di "Apostoli" per imitare il Cristo nudo della passione. Salimbene e altri scrittori riportano tanti altri esempi che dimostrano la loro intemperanza sessuale. Cosi Salimbene li chiama ribaldi che si dicono Apostoli ma che di fatto non lo sono. A questo punto dobbiamo prestare fede ciecamente a coloro che dicono che Segarello e compagni furono dei ribaldi, che si travestivano da Apostoli come tanti falsi mendicanti e predicatori laici che troviamo spesso in questo periodo e che non facevano altro se non criticare sacerdoti e monaci, oppure ci e lecito mettere in dubbio la testimonianza di questi scrittori perche essi seguirono le voci malintenzionate e messe in giro da coloro che volevano condannarli per paura dei movimenti radicali di riforma della Chiesa? Qui mi chiedo se e possibile ricostruire un quadro integrale della dottrina nella quale i due aspetti apparentemente contradditori possano coesistere. A quest scopo non possiamo trascurare una delle risposte di un "Apostlo" durante il processo di inquisizione. A proposito dell'intemperanza sessuale degli "Apostoli", egli risponde che i contatti carnali sia tra i due sessi che tra persone dello stesso sesso non sono peccato se chi li compie e un uomo perfetto: cosi egli ammette l'intemperanza sessuale degli "Apostoli". Non mi sembra azzardato affermare che la loro, definizione di uomo perfetto si riferisca a colui che e stato riconosciuto Apostolo attaverso il rito dell'imitazione di Cristo nudo, rito che e l'ultimo stadio di una via di perfezione fatta di una serie di azioni che imitano alla lettera lavita degli Apostoli e di Cristo. Essi mi sembrano appartenere a coloro che hanno cercato la salvezza, o meglio l'unione con Dio non attraverso il sacremento ma attraverso l'imitazione quasi rituale della vita apostolica e di Cristo: essi hanno sognato un mondo di uomini liberi, di cristiani perfetti, al di fuori della chiesa gerarchica. In questo senso la dottrina di Segarello e dei suoi seguaci si avvicina a quella della setta "Spiritus Libertatis".

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