著者
浦 一章
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.38, pp.170-192, 1988-10-30

Gli scritti sul primo " libretto" di Dante usciti nel Giappone, o esplicitamente o implicitamente fanno riferimento (critico oppure meno) alla lettura in chiave agiografica, la quale, interpretata come un prodotto storico della critica dantesca, tiene il doppio carattere distintivo : (1) interpretazione tipologica dhe rende possibile la conciliazione fra la storicita (base solida dei fatti) el' " import" allegorico del racconto ; (2) sviluppo tematico e ininterrotto a partire dalla Vita Nuova fino alla Divina Commedia, lungo il quale l'amore per Beatrice di carattere ancora terreno e cortese va trasformato di grado in grado in quello di carattere completamente diverso, vale a dire, l'amore spirituale e mistico per l'essenza divina. Fra le critiche possibili a rivolgersi a gal lettura, merita la sottolineatura soprattutto il problema del capitolo XXV, in cui si legge nella maniera piu scoperta l'aspirazione del Poeta per la creazione di una nuova cultura " volgare" (volgare nel senso che l'italiano, lingua volgare contrapposta alla latina colta, costituisce il suo strumento basilare) . Mettendo in disparte (o addirittura sembrerebbe trascurando) il capitolo XXV come una divagazione difficilmente riducibile allo schema della " Legenda Sanctae Beatricis, " la lettura agiografica rischia di ristringere ingiustamente il raggio dell'esperienza letteraria del Poeta ; e quindi rischia di presentare sotto falsa luch il problema della formazione culturale di Dante. Creare una nuova cultura " volgare" non significa nella coscienza del Poeta ne il distacco dalla tradizione classica (e mediolatina) ne la solitudine, orgogliosa ma angusta, dell'italiano staccato dal movimento " volgare" (gia da tempo avviato) di altre lingue romanze ; significa bensi una concorrenza viva con le tradizioni precedenti e aperta agli stimoli proenienti dalla ricca eredita culturale. Alle spalle del capitolo XXV sta dunque il problema della traduzione (in senso lato) della cultura e, scorto una volta tal motivo in Dante, si profilera piu chiaramente la somiglianza fra la Vita Nuova e altri tentativi di traduzione : ad esempio, la Rettorica di B. Latini e De Amori di A. Capellanus. L'opera giovanile del Poeta, vista in quest'ottica, si potrebbe intendere como un " collage" che ha per musica di sfondo (sia pure assai sommessa) la vita leggendaria (piu esattamente bisognerebbe dire leggendariamente stilizzata) di Beatrice. Gli elementi miscellanei chiamati al " collage" , Dante li utiliza contaminando e trasformando per conto suo. Fra le caratterizzazioni della Divina Commedia si trova " enciclopedia" (oppure piu negativamente " salmigondis" ) e in un certo senso anche la Vita Nuova si potrebbe caratterizzare in tal modo. Salta pero subito agli occhi il contrasto profondo : nello schema escatologico dell'universo etico fisico della Divina Commedia va giudicato tutto e tutto, incominciando dalle realta di infima volgarita fino ai sentimenti piu nobili, trova il suo posto ; mentre invece la Vita Nuova, scritta esclusivamente per pochi eletti intellettuali che sanno il sentimento di amore, perde spesso di vista la concreta realta e mostra una forte tendenza ad essere astratta. Si potrebbe, quindi, dire che Dante prova a creare un nuovo sentimento piu raffinato (che non e ancora sublimato nell'amore per Dio, ma rimane tuttavia amore di carattere terreno) , traducendo e introducendo nella poesia vari elementi della cultura del tempo. Nel presente saggio si svolgera una lettura della Vita Nuova interpretata come un'opera di carattere mondane, tematicamente staccata dalla Divina commedie.

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