- 著者
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松本 典昭
- 出版者
- イタリア学会
- 雑誌
- イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
- 巻号頁・発行日
- no.40, pp.205-226, 1990-10-20
La repubblica fiorentina si trasformo nel principato dopo aver passato una crisi istituzionale nel periodo che va dall'invasione francese del 1494 all'assedio delle truppe spagnole del 1530. Il principato nascente miro a una monarchia assoluta inserendosi nell'onda dell'assolutismo europeo. In questo saggio analizzero il processo di formazione della monarchia assoluta medicea e la sua struttura politica prestando attenzione alla tradizione e all'innovazione, ossia alla continuita e discontinuita del regime politico e del ceto dirigente nel periodo del trapasso dalla repubblica al principato. Il Senato dei 48 e il Consiglio dei 200, creati nel corso della riforma del 27 Aprile 1532, hanno una maggiore autorita nel regime alessandriano. Tutti i membri di questi due consigli erano patrizi che formavano il ceto dirigente della repubblica. Il regime alessandriano era quindi una specie di oligarchia aristocratica. Da Cosimo I, successo ad Alessandro nel 1537, comincia la costruzione della vera e propria monarchia assoluta. La vittoria della battaglia di Montemurlo (1537) e la morte di Francesco Guicciardini (1540) sono due vicende simboliche che mettono in luce la caduta del patriziato, possibile rivale del principe. Negli anni '40, inoltre, Cosimo crea nuovi organi-Auditori, Pratica Segreta, ecc.-con cui centralizza il potere. Al vertice dei nuovi organi di governo sono assurti personaggi non appartenenti al patriziato, e addirittura non fiorentini, come Lelio Torelli da Fano e Iacopo Polverini da Prato. Sotto di loro emerge la nuova burocrazia. La burocrazia fiorentina dell'anno 1551 e composta da incarichi a rotazione, magistrati, che dispongono di 142 posti, e da incarichi a vita, funzionari, che dispongono di 218 posti. I primi riguardano vecchi uffici dell'eta repubblicana, come le magistrature degli Otto di Pratica e Otto di Guardia e Balia ecc., che sopravvivono alla riforma del 1532. I secondi riguardano nuovi uffici, come auditori e segretari, che aumentano di numero ed importanza sotto il regno di Cosimo I. I patrizi fiorentini occupano il 75% degli uffici a rotazione, mentre i personaggi "nuovi", non patrizi e non fiorentini, occupano il 63% degli uffici a vita. Per quanto riguarda i consigli ad alto livello, ossia la parte vitale della burocrazia, tutti i membri a rotazione sono patrizi fiorentini, mentre quelli a vita sono non patrizi e non fiorentini. Tra gli uffici a vita, quelli occupati da giuristi e notai sono il 33%. La maggior parte dei giuristi e notai negli uffici sono non patrizi e non fiorentini laureati in giurisprudenza all'Universita di Pisa. Cosimo I affida loro sempre posti importanti. Nel periodo di formazione della monarchia assoluta fu necessario fiaccare la potenza dei patrizi, possibile rivale di quella del principe, e utilizzare gente di provincia come funzionari per stabilire il potere del principe assoluto che cosi fu in condizione di governare tutto il dominio.