- 著者
-
佐藤 三夫
- 出版者
- イタリア学会
- 雑誌
- イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
- 巻号頁・発行日
- no.48, pp.1-61, 1998-10-20
Bruno disputo pubblicamente con i dottori nell' Universita di Oxford subito dopo era arrivato a Londra da Parigi. Nella stessa universita fece anche alcune lezioni su <<de immortalitate animae>> e <<de quintuplici sphaera>>, ma fu costretto a interromperle perche accusato di plagi delle opere di Marsilio Ficino. Bruno stesso parla dell'incivilita e scortesia di quelli pedanti dottori di Oxoford nella sua opera <<La Cena de le Ceneri>>, nella quale opera si dibattono principalmente problemi relativi al copernicanismo. Il Nolano aveva rispetto per Copernico ma non ne era seguace. Scrive: "perche lui, piu studioso de la matematica che la natura, non ha possuto profondar e pensar sin tanto che potesse a fatto toglier via le radici de inconvenienti e vani principii, onde perfettamente sciogliesse tutte le contrarie difficulta e venesse a liberar a se ed altri da tante vane inquisizioni e fermar la contempalazione ne le cose costante e certe." Nelle universita medievali si considerava che la filosofia fosse superiore in dignita all'astronomia, perche la filosofia (naturale) trattava la natura come sostanza reale mentre l'astoronomia la trattava solamente come ipotesi matematica. Nella <<Cena de le Ceneri>> Bruno fa dire al dottor Nundinio e al dottor Torquato che Copernico descriveva il moto della terra solamente come ipotesi, non come una verita reale. Le opinioni di Nundinio e di Torquato sono forse le stesse che appaiono nella prefazione di Andreas Osiander ai lettori di <<De revolutionibus orbium coelestium>> di Copernico. Osiander voleva evitare che gli inquisitori avessero sul libro sospetti di eresia sottolineando l'ipotesita dell'astronomia di Copernico che sostiene il moto della terra. Bruno disse nella <<La Cena de le Ceneri>>:"Dove (nel primo libro di<<De revolutionibus orbium coelestium>>)(Copernico) non solo fa ufficio di matematico che suppone, ma anco de fisico che dimostra il moto de la terra". Bruno pensav forse cosi perche Copernico aveva scritto che aveva avuto l'influenza della concezione dell'universo dei pitagorici antichi. I pitagorici pensavano che i principi dei numeri erano i principi di tutti quelli che esistono non solamente in idea ma anche in realta. Pero Bruno non era un seguace dei pitagorici perche non poteva accettare l'opinione loro secondo la quale i numeri siano i principi dell'universo. E, per lui, la cosmologia eliocentrica di Copernico era solamente un mezzo per sviluppare la sua cosmonlogia fisica e metafisica, ma non eliocentrica. Cio significa che Bruno non poteva accettare solamente la cosmologia come ipotesi operativa di carattere matematico ma neanche l'eliocentrismo in quanto pensava che l'universo era infinito e senza alcun centro. Questo suo punto di vista si considera anzi la <<decentralizzazione della terra nell'universo>>. Per questo Bruno elimino l'esitenza di una "sfera ultima" che segnasse il limito dell'universo. E in questo potremo vederci l'influenza dell'epicureismo di Lucretius. Insomma, secondo Giordano Bruno, la terra e gli astri hanno vita. Quindi si muovono per il principio interiore e vitale e non esistono quelle sfere che si credevano di trasportare gli astri. L'idea che i corpi celesti hanno vita e si muovono in maniera autonoma non e quella dell'astoronomia matematica, bensi quella dell'animismo. Questo pensiero di Bruno sembrerebbe nato sotto l'influenza dell'ermetismo antico. Nell'<<Asclepius>> si legge: "Se enim animal mundus vivensque semper et fuit et est et erit, nihil n mundo mortale est. -Ergo vitae aeternitatisque debet esse plenissimus". Ma Bruno si sara ispirato prima di tutto forse a Marsilio Ficino. Infatti <<Pimander>> di Mercurius Trismegistus che Ficino tradusse in latino divenne il libro prediletto degli umanisti. Ficino scrive nella sua <<Theologia Platonica>> (Liber Quartus) che la terra, l'acqua, l'aria e il fuoco hanno rispettivamente un'anima loro, e che <<Sphaerae illae vitam insitam possidebunt. -Similiter octo caelorum globi animas octo>>. Inoltre, dice che ≪sphaerae mundi amplissimae in seipsis possident conversionum suarum principia≫.