著者
佐藤 三夫
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
vol.30, pp.93-121, 1981

<p>Abbiamo qui riordinato sistematicamente e criticamente le varie interpretazioni di numerosi studiosi sulla piu famosa epistola del Petrarca, l'epistola I del IV libro delle Familiari che suole chiamarsi la lettera dell' "ascensione al Monte Ventoso." I. Interpretazioni naturalistiche : Jacob Burckhardt considera il caso dell'ascensione sul Monte Ventoso del Petrarca un esempio tipico della "Entdeckung der Landschaftlichen Schonheit." Burckhardt trova un atteggiamento moderno in questa maniera di accostarsi alla natura. Secondo P.O.Kristeller il Petrarca e il precursore del turismo moderno perche intrapese l'escursione al Monte Ventoso "solo per il desiderio di vedere quel luogo eccezionalmente alto." Pero, come Ernst Cassirer asserisce, per il Petrarca la natura era uno specchio vivente del suo ego. E il valore della natura consiste nell' offrire all'uomo moderno un mezzo nuovo per esprimere se stesso. Quindi si tratta proprio della verita che "habitat in interiore homine." II. Interpretazioni immanentistiche Secondo Georg Voigt il Petrarca e il primo nel quale l'individualita si affermi arditamente con tutti i suoi diritti. Riassumendo il contenuto della lettera dell' "ascensione al Monte Ventoso" Voigt afferma : "In fondo non era che una scena, che egli rappresentava con se medesimo … Da quel momento la sua maggiore preoccupazione fu quella di studiare se stesso." Giovanni Gentile completo la via dell'interpretazione individualistica e immanentistica che Voigt aveva aperto. I modernisti come Burckhardt e Gentile approvano e celebrano la cultura moderna incondizionatamente. Questo punto di vista sembra piu vicino alla fede soggettiva che alla scienza oggettiva. Sulla base di tale fede manca ad esso la conoscenza critica. Quindi non si puo non proporre il problema della critia dei documenti. III. Processo di formazione delle Familiari Vittorio Rossi ha mostrato che il testo delle epistole adunate nei libri Rerum familiarium era passato per tre stadi principali e che a quei tre stadi corrispondono tre gruppi di codici, cioe "la prima copia delle epistole, quella realmente inviata ai destinatari (γ), la stesura risultante dalla revisione operata fra il '51 e il '53 (β) e quella infine accettata come redazione definitiva nella trascrizione del '66 (α)" (riassunto da R.Amaturo). Giuseppe Billanovich nel suo Petrarca Letterato ha approfondito criticamente lo studio cronologico di Rossi utilizzando alcuni documenti nuovi. Secondo Billanovich, nei mesi in cui resto ancora in Provenza (cioe fino alla primavera del 1353) il Petrarca condusse la composizione delle Familiari poco oltre l'inizio del quarto libro. IV. Studi filologici sull'epistola dell' "ascensione al Monte Ventoso" Nella monografia intitolata "Petrarca e il Ventoso" Billanovich ha rilevato che nel 1336 Dionigi da Borgo San Sepolcro, destinatario della lettera, viveva presso la curia papale : "cosi che al cappellano del cardinale Colonna non occorreva confidarsi con lui per lettera." Questa lettera e un'allegoria della vita umana che deriva solo dalla conversione di Gherardo dopo il 1343, e dalla sua entrata nella certosa di Montrieux. E infine Billanovich conclude : "Press'a poco in questi mesi (verso la meta del 1353), sotto il traguardo dei cinquant'anni, con lenta attenzione e manovrando tutti gli strumenti della sua ineguagliabile biblioteca…, non a trent'anni, …immagino e distese la matura e elaboratissima, e percio perfetta, Familiari del Ventoso." Quindi questa e una lettera fittizia composta solo per essere inserita nell'epistolario. Billanovich non vuole parlare della Filosofia contentandosi di fermarsi nell'ambito della Filologia. L'epistola intitolata "de curis propriis" contiene</p><p>(View PDF for the rest of the abstract.)</p>
著者
佐藤 三夫
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.36, pp.32-85, 1986-10-30

Si dice che la piu brillante delle invettive del Petrarca sia il De sui ipsius et multorum ignorantia. Il Petrarca propose di donare la sua biblioteca in eredita a Venezia in scambio di una casa. Al Palazzo Molin che il governo della repubblica gli offri quattro amici vennero talvolta per avere qualche conversazione con facce ridenti e parole affetuose. Pero loro criticavano clandestinamente il Petrarca durante la sua assenza con un giudizio irriverente : <<virum bonum ydiotam>>. Questo giudizio aveva provocato un forte risentimento nel Petrarca che scrisse una invettiva contro quei giovani aristotelici i cui nomi ormai possiamo sapere dalla nota marginale di un manoscritto veneziano : Leonardus Dandolus, Thomas Talentus, dominus Zacharias Contarenus, omnes de Venetiis, et magister Guido de Bagnolo de Regio, primus miles, secundus simplex mercator, tertius simplex nobilis, quartus medicus physicus. Questa opera di polemica e stata diversamente giudicata dai molti studiosi. Per esempio, Ernest Renan considero quegli avversari del Petrarca come averroisti allevati all'Universita di Padova. Paul Oskar Kristeller e Bruno Nardi hanno assunto dai testamenti di Tommaso Talenti e di Guido da Bagnolo che le idee filosofiche dei quattro avversari del Petrarca non fossero state legate con Padova ma anzi con Bologna. Eugenio Garin ha sostenuto che l'oggetto principale della polemica petrarchesca non e affatto l'aristotelismo averroistico, ma la <<sofistica dei moderni>>, cioe la logica terministica. Ed Antonino Poppi dice che il Petrarca nell'epistolario si preoccupa per le deleterie conseguenze dei barbari logici britan-nici e dei teologi occamistici mentre nel De sui ipsius et multorum ignorantia il Poeta denuncia l'empieta degli averroisti, negatori di Cristo e della immortalita dell'anima. E Francesca Lucchetta dice che il Petrarca taccio quei medici-filosofi veneziani di essere <<averroisti>>, percio negatori di Cristo e della immortalita dell' anima, sovvertitori della tradizione. Lei chiama questo tipo di pensatori averroisti storici distinguendoli dagli averroisti teorici. Quanto ai pensieri aristotelici nel De ignorantia del Petrarca si trovano solamente tre problemi : 1. dell'empia Etica aristotelica, 2. dell'eternita del mondo, e 3. della dottrina della doppia verita. Pero quegli avversari hanno sostenuto realmente queste tesi contro il Petrarca? Il Poeta scrisse <<Quid de aliis dicam, qui...mundi huius eternitatem astruunt? In quam sententiam...philosophi fere omnes, et cum illis mei quoque iudices...in-clinant>>. Quindi non si tratta dell'affirmazione reale di quella tese, ma si tratta solamente della presupposizione personale del Poeta. Anche per quanto riguarda la dottrina della doppia verita e la stessa cosa. Possiamo sapere dai loro tes-tamenti come pietosi erano Guido da Bagnolo e Tommaso Talenti. Non si trova nessun documento che il Petrarca leggesse le opere di Aristotele stesso eccetto l'Etica e la Politica. Quasi tutte le sue citazioni da Aristotele sono solamente quelle che prese a prestito da Cicerone e dagli altri classici o dai commentatori come Calcidio. Nel De ignorantia il Poeta disse <<Solebant illi vel aristotelicum problema vel de animalibus aliquid in medium iactare. Ego autem vel tacere, vel iocari, vel ordiri aliud>>. Queste parole non dimostrano la sua ignoranza sui problemi aristotelici? Ma perche il Petrarca e ignorante di problemi aristotelici sebbene lui stesso fosse studente bolognese una volta come Guido e Tommaso? Perche il Poeta era studente nella facolta di giurisprudenza mentre Guido e Tommaso erano studenti nella facolta di arti e medicina. Nell'Universita di Bologna la facolta di diritto e la facolta di arti e medicina costituivano due organizzazioni tutto diversi. Quasi tutte le discipline che i professori della facolta di arti e medicina diedero erano commentarii delle opere di Aristotele. I testi della grarrmatica e della retorica erano di Donato e di Prisciano. E talvolta si usarono la Topica o la Rhetorica di Aristotele. In somma gli insegnamenti della facolta di arti avevano il carattere tutto aristotelico. Gli studenti della facolta di diritto invece dovevano dedicarsi interamente agli studi di Digeta o di Decreta e non avevano tempo di studiare altre discipline come Hastings Rashdall dice.
著者
佐藤 三夫
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.48, pp.1-61, 1998-10-20

Bruno disputo pubblicamente con i dottori nell' Universita di Oxford subito dopo era arrivato a Londra da Parigi. Nella stessa universita fece anche alcune lezioni su <<de immortalitate animae>> e <<de quintuplici sphaera>>, ma fu costretto a interromperle perche accusato di plagi delle opere di Marsilio Ficino. Bruno stesso parla dell'incivilita e scortesia di quelli pedanti dottori di Oxoford nella sua opera <<La Cena de le Ceneri>>, nella quale opera si dibattono principalmente problemi relativi al copernicanismo. Il Nolano aveva rispetto per Copernico ma non ne era seguace. Scrive: "perche lui, piu studioso de la matematica che la natura, non ha possuto profondar e pensar sin tanto che potesse a fatto toglier via le radici de inconvenienti e vani principii, onde perfettamente sciogliesse tutte le contrarie difficulta e venesse a liberar a se ed altri da tante vane inquisizioni e fermar la contempalazione ne le cose costante e certe." Nelle universita medievali si considerava che la filosofia fosse superiore in dignita all'astronomia, perche la filosofia (naturale) trattava la natura come sostanza reale mentre l'astoronomia la trattava solamente come ipotesi matematica. Nella <<Cena de le Ceneri>> Bruno fa dire al dottor Nundinio e al dottor Torquato che Copernico descriveva il moto della terra solamente come ipotesi, non come una verita reale. Le opinioni di Nundinio e di Torquato sono forse le stesse che appaiono nella prefazione di Andreas Osiander ai lettori di <<De revolutionibus orbium coelestium>> di Copernico. Osiander voleva evitare che gli inquisitori avessero sul libro sospetti di eresia sottolineando l'ipotesita dell'astronomia di Copernico che sostiene il moto della terra. Bruno disse nella <<La Cena de le Ceneri>>:"Dove (nel primo libro di<<De revolutionibus orbium coelestium>>)(Copernico) non solo fa ufficio di matematico che suppone, ma anco de fisico che dimostra il moto de la terra". Bruno pensav forse cosi perche Copernico aveva scritto che aveva avuto l'influenza della concezione dell'universo dei pitagorici antichi. I pitagorici pensavano che i principi dei numeri erano i principi di tutti quelli che esistono non solamente in idea ma anche in realta. Pero Bruno non era un seguace dei pitagorici perche non poteva accettare l'opinione loro secondo la quale i numeri siano i principi dell'universo. E, per lui, la cosmologia eliocentrica di Copernico era solamente un mezzo per sviluppare la sua cosmonlogia fisica e metafisica, ma non eliocentrica. Cio significa che Bruno non poteva accettare solamente la cosmologia come ipotesi operativa di carattere matematico ma neanche l'eliocentrismo in quanto pensava che l'universo era infinito e senza alcun centro. Questo suo punto di vista si considera anzi la <<decentralizzazione della terra nell'universo>>. Per questo Bruno elimino l'esitenza di una "sfera ultima" che segnasse il limito dell'universo. E in questo potremo vederci l'influenza dell'epicureismo di Lucretius. Insomma, secondo Giordano Bruno, la terra e gli astri hanno vita. Quindi si muovono per il principio interiore e vitale e non esistono quelle sfere che si credevano di trasportare gli astri. L'idea che i corpi celesti hanno vita e si muovono in maniera autonoma non e quella dell'astoronomia matematica, bensi quella dell'animismo. Questo pensiero di Bruno sembrerebbe nato sotto l'influenza dell'ermetismo antico. Nell'<<Asclepius>> si legge: "Se enim animal mundus vivensque semper et fuit et est et erit, nihil n mundo mortale est. -Ergo vitae aeternitatisque debet esse plenissimus". Ma Bruno si sara ispirato prima di tutto forse a Marsilio Ficino. Infatti <<Pimander>> di Mercurius Trismegistus che Ficino tradusse in latino divenne il libro prediletto degli umanisti. Ficino scrive nella sua <<Theologia Platonica>> (Liber Quartus) che la terra, l'acqua, l'aria e il fuoco hanno rispettivamente un'anima loro, e che <<Sphaerae illae vitam insitam possidebunt. -Similiter octo caelorum globi animas octo>>. Inoltre, dice che ≪sphaerae mundi amplissimae in seipsis possident conversionum suarum principia≫.
著者
ヴァッラ ロレンツォ 佐藤 三夫
出版者
流通経済大学
雑誌
流通經濟大學論集 (ISSN:03850854)
巻号頁・発行日
vol.18, no.1, pp.52-69, 1983-07