- 著者
-
橋本 勝雄
- 出版者
- イタリア学会
- 雑誌
- イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
- 巻号頁・発行日
- no.51, pp.25-53, 2002-03-30
Negli anni sessanta Italo Calvino comincia a scrivere delle opere dal punto di vista narrativo piu sperimentali, traendo molti spunti dalla semiotica e dallo strutturalismo. Da allora in poi nelle sue opere si trovera spesso una narrazione al presente con effetti particolari. Ma anche nel suo primo romanzo "Il sentiero dei nidi di ragno" (1947), scritto negli anni del Neorealismo, troviamo una narrazione singolare in terza persona al presente. Qui la narrazione e diversa da quella del romanzo tradizionale in terza persona al passato. E non ha neppure un narratore diegetico come nella trilogia "I nostri antenati". L'uso del presente puo implicare l'immediatezza della scena, ma d'altra parte potrebbe appiattire i piani narrativi a causa della sua ambiguita temporale. Vorrei esaminare come funziona il tempo narrativo nella realizzazione del romanzo, che e un racconto neorealistico e nello stesso tempo una favola sulla guerra partigiana. Prima, partendo dalle osservazioni puramente grammaticali, sottolineo tre modalita significative di tempo presente. Il primo indica la contemporaneita tra enunciazione e enunciato e provoca l'immediatezza degli avvenimenti. Nel secondo caso, si esprime l'universalita atemporale che allontanandosi da un narratore personale tende alla collettivita. Il terzo e ultimo, tipico delle didascalie teatrali, non descrive un'azione, ma la prescrive o la riassume. Tra i racconti calviniani degli anni quaranta ci sono alcuni testi minori, ma interessanti, che possiamo considerare come testimonianza della ricerca stilistica di Calvino prima di raggiungere il suo stile in terza persona al passato, che invece e dominante nella raccolta di racconti "Ultimo viene il corvo" (1949). Mentre la narrazione in prima persona al passato, aumentando la distanza temporale tra l'avvenimento e il narratore, arriva ad assomigliare a quella in terza persona, la prima persona al presente tende a rappresentare scene statiche, abitudini ripetute o la coscienza interiore del narratore. Messa al presente, anche la terza persona attenua la distanza dalle vicende narrate e puo suggerire la presenza d'un narratore collettivo e partecipante. Possiamo concludere che in generale la narrazione in terza persona al presente consente allo scrittore una grande liberta di scegliere sia un tempo narrativo sia un punto di vista. Ma liberta vuol dire anche incertezza, ambiguita e indeterminatezza. Credo che questa ambivalenza dello stile contribuisca molto al fascino e alla forza del "Sentiero dei nidi di ragno".