著者
土居 満寿美
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.39, pp.197-219, 1989-10-20

Il presente articolo tratta del mondo poeico del Pertarca, paragonando le due opere in volgare, cioe il <<Canzonien>>ei<<Trionfi>>. Il<<Canzoniere>>e una raccolta di 366 rime il cui titolo originale e "Rerunm vulgarium fragmenta". Questa raccolta e considerata una congerie di rime senza economia di disposizione, poiche le opere non sono raccolte secondo criteri ne di forma ne di soggetto. Varie rime di argomenti diversi si trovano mescolate nell' opera. II Petraca ha chiarito la bipartizione del<<Canzoniere>>con alcune pagine bianche tra la prima e la seconda parte, e con lettere grandi frigiate che aprono ciascuna parte ; ma il significato di questa divisione e cosi nascosto ai lettori che gli editori dopo il Bembo l'hanno erroneamente interpretata, intitolando ciascuna parte "In vita di Madonna Laura" e "In morte di Madonna Laura". La bipartizione, invece, non dipende cosi esclusivamente dal fatto se sia viva o morta quella donna. Il <<Canzoniere>>contiene rime di argomenti diversi che trattano dei problemi di amore, della virtu della donna, della fugacita del tempo, della labilita della vita, dell'ambizione di fama, e delle preghiere per il Crocifisso e la Vergine. Come ha detto Martinelli, questi argomenti si dividono in due categorie, cioe l'itinerario terreno e quello celeste. Leggendo queste rime si comprende che nella prima parte prevalgono problemi mondani, mentre nella seconda vengono affrontati i problemi della via per la redenzione. I<<Trionfi>>costituiscono poesia grande, quasi-epica. La sua forma esteriore e interamente diversa da quella del<<Canzoniere>>, ma le due opere condividono la stessa base materiale e strutturale. I soggetti dei <<Trionfi>>sono presentati dai titoli di chiascun Trionfo, cioe d'Amore, della Pudicizia, della Morte, della Fama, del Tempo, e dell' Eternita ; i quali tutti appaiono nel<<Canzoniere>>anche se non raggruppati. E stato osservato da tempo che i<<Trionfi>>si dividono in due parti, non a seguito di una indicazione da parte dell'Autore, ma a seconda dei soggetti e degli atteggiamenti narrativi. Nei primi due Trionfi si tratta del problema-dittico tra Amore e la virtu, descritto nell'ambiente geografico concreto. Gli ultimi quattro Trionfi trattano del problema di come superare la fugacita del tempo e raggiungere l'eternita di Dio(cioe la redenzione); essi sono narrati nell'ambito della psicologia del paesaggio. Si puo dire che il<<Canzoniere>>ei<<Trionfi>>sono scritti su base comune e anche le loro bipartizioni strutturali sono organizzate a seconda delle categorie di soggetti. La differenza sta soltanto nel fatto che il <<Canzoniere>>e un accumulo di opere frammetarie nei confronti dei <<Trionfi>>, i quali invece costituiscono un' opera unitaria. Ma questa osservazione non vale quando leggiamo attentamente le due opere. L'epica classica richiama certe norme tradizionali : 1)la precisazione della materia, 2)l'invocazione, 3)in medias res. Eppure, mentre il sonetto d'apertura del <<Canzoniere>>contiene i punti 1) e 2), la prima parte dei <<Trionfi>>non ne contiene alcuno. Pare che questo stia a significare che il <<Canzoniere>>, piuttosto che i <<Trionfi>>, prenda a norma 1'epica classica unitaria. I <<Trionfi>>dunque mancano di unita e coerenza nello svolgimento della trama. Nessuno dei sei soggetti non segue quello precedente in modo unitario, perche, come ha rilevato Calcaterra, i Trionfi d'Amore, della Mortle, e del Tempo si riferiscono ai tutti i mortali, mentre gli altri Trionfi(della Pudicizia, della Fama, dell'Etenita)esistono solo per i popoli eletti : anzi, come abbiamo veduto prima, c'e uno iato tra i primi due Trionfi e gli ultimi quattro. La coerenza di svolgimento pare che perisca lasciando la prima finzione : per esempio, nel Trionfo delai Mortie il protagonista vede un sogno nel sogno, perche l'autore pare che tralasci la prima finzione della visione ; poi un personaggio importante, cioe l'amico-interprete, scompare non so da quando(cioe non so da che capitolo) e nel Trionfo dell'Eternita la sua esistenza stessa viene dimenticata.
著者
土居 満寿美
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.44, pp.46-73, 1994-10-20

1.Introduzione E ben noto-e non si intende in alcun modo metterlo in discussione-che il vero capolavoro del Petrarca poeta e il Canzoniere;ma e altrettanto certo che il Poeta non si limita affatto alla poesia lirica volgare. Il Petrarca, filologo ardente e ambizioso, vuole emulare i grandi scrittori latini in ogni genere letterario:gli epistolari in prosa, l'epistolario in esametri, la bucolica, le storiografie, la commedia, eccetera. Tuttavia, l'opera piu ambiziosa del Petrarca umanista e l'Africa, per merito della quale il Poeta ottiene la fama e gli onori della laurea. Sebbene quest'opera sia di solito sottovalutata, non mi sembra superfluo prenderla in esame, al fine di approfondire anche la comprensione del Petrarca volgare. Soffermiamo quindi la nostra attenzione sull'<<afflizione di Massinissa>>, che appare sia nell'Africa sia nei Trionfi;procediamo poi nell'esame della figura di Laura, la cui bellezza presenta elementi e particolari pressoche identici a quelli di Sofonisba, incarnazione, quest'ultima, della tradizionale immagine femminile del Medioevo. 2.Massinissa e Sofonisba Il Petrarca trae la storia amorosa di Massinissa e Sofonisba dal libro XXX dell'Ab urbe condita di Tito Livio. Non appare necessario, in questa breve sintesi introduttiva, riassumere le vicende piu ampiamente esposte nel corso del presente articolo;ma val la pena accennare al fatto che la tradizione della tragedia(dal Trissino all'Alfieri)ha preso il nome di"Sofonisba"dal Petrarca, non gia da quello di"Sofoniba"di Livio(nota 10). 3.L'afflizione di Massinissa Nel<<Trionfo d'Amore>>incontriamo una lunga conversazione tra il poeta-protagonista e Massinissa che cammina con la sua amata nel corteo di Amore(T.A., II.vv.4-87). Questo dialogo si rivela un'eccezione, in quanto quasi tutti gli altri personaggi prigionieri d'Amore sfilano davanti agli occhi del poeta senza rivolgergli la parola. Il re numida comincia a narrare la sua storia dicendo:"La lingua tua, al mio nome si presta, /prova-diss'ei-che 'l sappi per te stesso, /ma diro per sfogar l'anima mesta:"(T.A., II, vv.28-30). Ma come mai il poeta conosce gia bene le vicende amorose di Massinissa e pare anche nutrire simpatia verso di lui, nonostante si tratti di uno straniero, il cui"parlare pellegrin"e"oscuro"? Il poeta dice:"tua fama real per tutto aggiunge"(T.A., II, v.21), ma cio non sembra verosimile, poicheM assinissa, per noi, non e di certo piu noto di Annibale o Scipione. E non era cosi famoso nemmeno nel Trecento, se il Salutati non l'ha neanche nominato nei suoi Metra incitatoria, ne lo stesso Petrarca si e interessato a questo episodio nella sua Vita di Scipione(redazione γ). E vero che il Petrarca filologo, lettore di Livio, conosceva l'episodio;ma cio spiega solo la conoscenza e non la simpatia. Per individuare le motivazioni e necessario risalire all'Africa, in cui appare l'esauriente e doloroso soliloquio di Massinissa. La simpatia del poeta-protagonista, piuttosto che nell'Ab urbe condita di Livio, dove non compare pressoche alcuna descrizione psicologica, va dunque ricercata in questo passo dell'Africa(V, vv.461-688), dove il Poeta descrive con una narrazione attenta e particolareggiata l'oscillante stato d'animo di Massinissa. 4.La bellezza di Sofonisba Livio si limita a presentare la bellezza di Sofonisba nel modo seguente:"Forma erat insignis et florentissima aetas"(Ab urbe condita, XXX, 12, 17);invece il Petrarca vi si sofferma molto piu distesamente(Africa, V, vv.18-69). La descrizione del Petrarca ha le sue basi nella teoria dell'<<amplificatio>>, secondo la"nova"poetica medioevale documentata, per esempio, da Matteo di Vendome(l'exemplum di Elena nell'Ars versificatoria)o da Goffredo di Vinsalf(un exemplum nella Poetria nova)(Raimondi). Quel tipo di lunga descrizione aveva il fine di dare verosimiglianza alla storia d'amore;tuttavia, piu che coinvolgere ed interessare i lettori, la prolissita della narrazione otteneva spesso l'effetto opposto di annoiarli. Il Petrarca, dunque, non si limita slotanto ad imitare e ricalcare i modelli precedenti, ma elimina anche alcuni particolari superflui (l'intervallo delle sopracciglia, il naso, il mento), inserendo a volte dei paragoni adatti allo svolgersi della trama. In altre parole, anche nell'Africa, il Petrarca esercita la sua poetica di ≪similitudo, non identitas≫, pur rientrando nei canoni di una descrizione piu o meno ≪convenzionale≫.