著者
鈴木 信吾
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.44, pp.177-204, 1994-10-20

L'italiano antico presenta spesso un tipo di frase che comincia con un costituente diverso dal soggetto. Nel presente saggio cerchiamo di cogliere alcune proprieta pragmatiche di tali costituenti, mettendoli a confronto con quelli dell'italiano moderno similmente anteposti al verbo. Prima di operare tale verifica, consideriamo, come punti di riferimento, quali mezzi sintattici esistono, in italiano moderno, per spostare a sinistra un elemento diverso dal soggetto(§1)e quale meccanismo permetteva all'italiano antico di fare altrettanto(§2). In base a queste osservazioni possiamo ritenere che due anteposizioni di tipo moderno, quelle anaforica e contrastiva, riecheggino in qualche modo la struttura dell'italiano antico. Esaminiamo in seguito, mettendo a fuoco l'italiano antico, le proprieta pragmatiche dei costituenti anteposti che vengono condivise da quelli delle due anteposizioni di tipo moderno(§3). Proseguendo nello stesso esame, consideriamo alla fine il caso della dislocazione a sinistra, cioe il caso in cui il costituente anteposto presenti un pronome clitico di ripresa(§4). Nel corso di tale analisi verifichiamo che, in italiano antico, la funzione anaforica degli elementi anteposti, che oggi e conservata per lo piu nello stile elevato, si estendeva anche a quello colloquiale, mentre la loro funzione contrastiva si esprimeva in diversi gradi di intensita:piu intensa e la loro funzione contrastiva, piu si avvicina a quella dell'anteposizione contrastiva di tipo moderno. In definitiva, la costruzione con un costituente anteposto al verbo oltrepassava, da un lato, il limite che oggi ha l'anteposizione anaforica e si avvicinava, dall'altro, alla sfera dell'anteposizione contrastiva, coprendo cosi un insieme dei contesti che oggi farebbero scattare l'esigenza di una ripresa pronominale. La ripresa pronominale dell'italiano antico, invece, si poteva avere essenzialmente quando il costituente anteposto non era adiacente al verbo. D'altra parte, il fatto che essa si trovasse anche in alcuni rari casi di costituenti contigui confermerebbe, dal punto di vista diacronico, un ulteriore passo in avanti verso l'italiano moderno.
著者
鈴木 信吾
出版者
東京音楽大学
雑誌
研究紀要 (ISSN:02861518)
巻号頁・発行日
vol.25, pp.103-117, 2001-12-20

On considere generalement, du point de vue de la typologie linguistique, que les langues romanes appartiennent au type SVO. Mais recemment, quelques romanistes ont essaye de demontrer, avec des preuves assez convaincantes, que le roumain est du type VSO. Dans le present article nous nous proposons de reexaminer l'ordre des mots dans la proposition principale des deux langues, en nous basant sur des phenomenes observes dans une perspective pragmatique. Pour effectuer ce reexamen, nous analyserons d'abord l'ordre utilise pour indiquer la relation grammaticale entre le S (ujet) et l'O(bjet direct) dans les deux langues. Ensuite nous essaierons d'etablir l'ordre des mots non marque dans chaque langue conformement au principe selon lequel on peut considerer une phrase comme pragmatiquement non marquee lorsqu'elle peut etre employee dans un nombre plus eleve (theoriquement infini) de contextes. Et a la fin nous confronterons notre resultat avec celui obtenu syntaxiquement dans le cadre de la typologie linguistique. Pour conclure, nous poserons que, aussi bien en italien qu'en roumain, l'ordre des mots non marque verifie sous l'angle pragmatique est SVO. Si le roumain appartient typologiquement aux langues VSO, nous supposons que c'est a partir de cette construction qu'on en edifie une autre en thematisant le S : cet ordre SVO reconstruit avec S ayant une valeur thematique devrait etre, dans la proposition principale roumaine, non marque pragmatiquement.
著者
鈴木 信吾
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.36, pp.102-121, 1986-10-30

Sull'ordine delle parole in italiano, diverse grammatiche fissano la "costruzione, diretta", secondo cui l'ordine normale, ossia non-marcato, sarebbe SV(O) (dove V sta a indicare sia il predicato verbale che quello nominale). Nel presente articolo esaminiamo se sia davvero valido l'ordine non-marcato costituito dalla "costru-zione diretta". Per esaminare cio bisogna tener presente il principio che la frase con ordine non-marcato (data l'intonazione normale) non richiede un contesto particolare, pertanto essa e usabile anche ex abrupto, senza contesto precedente. Stabilito tale criterio, risulta in dubbio la "costruzione diretta" nel caso che il verbo indichi un "accadimento" (p. es. cadere, morire ecc.). Questo tipo di verbi infatti ammette tutti e due gli ordini SV e VS nel contesto ex abrupto : Giovanni e caduto vs. E caduto Giovanni. Peggio ancora qualora si abbia "UN+nome" come soggetto : Un bambino e caduto vs. E caduto un bambino in cui generalmente la seconda frase (VS) e di gran lunga piu naturale della prima (SV), il che violerebbe la "costruzione diretta". Nel corso della trattazione presentiamo l'analisi di Antinucci-Cinque che fa uso della informazione DATA e NUOVA. Essi, per determinare l'ordine di base, spingono avanti la generalizzazione che l'elemento offerto come DATO precede quello NUOVO. Dobbiamo, del resto, ai due autori una soluzione riguardante i verbi di "accadimento" : Giovanni e caduto per terra vs. E caduto Giovanni per terra in cui ex abrupto e decisamente migliore la prima frase (SVX, dove X=com-plemento circostanziale). Vediamo alla fine come poter conciliare la naturalezza di SVX con quella della frase VS avente "UN+nome" come soggetto. A proposito della informazione DATA e NUOVA, constatiamo che "UN+nome" vale solo come NUOVO (salvo nell'uso generico) di pari passo con i pronomi clitici che, all'opposto, valgono sempre come DATI. Ora, se gli ordini ammessi a questo tipo di elementi sono strettamente limitati anche a danno dell'ordine di base, possiamo postulare che l'elemento esclusivamente o DATO o NUOVO non ci offre nessun criterio valido per stabilire l'ordine non-marcato delle parole. Escludendo dunque l'elemento "UN+nome" dalla considerazione, possiamo ottenere la conclusione che SV(X) e l'or-dine non-marcato. Il nostro risultato corrisponde praticamente a quello di Antinucci-Cinque, che include anche l'ordine naturale dato dalla "costruzione diretta".
著者
鈴木 信吾
出版者
東京音楽大学
雑誌
研究紀要 (ISSN:02861518)
巻号頁・発行日
no.12, pp.28-39, 1987
著者
吉田 明央 生田 かおり 大野 泰男 佐藤 誠 鈴木 信吾
出版者
一般社団法人電子情報通信学会
雑誌
電子情報通信学会技術研究報告. EID, 電子ディスプレイ (ISSN:09135685)
巻号頁・発行日
vol.104, no.620, pp.1-4, 2005-01-20
被引用文献数
6

一般的に携帯電話などに搭載されている液晶ディスプレイは自己発光しないので背面に配置したLEDバックライトを光源としている。LEDはCCFLのような線状発光とは異なり点発光である為に、組み込んだLEDとLEDとの間の光量が少なくなり暗部が発生しやすくなる問題がある。これは液晶ディスプレイを点灯表示させるとLED近傍で明暗の輝度ムラとして視認されやすい。そこで、このLED間に発生する暗部を解消する方法について述べる。
著者
鈴木 信吾
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.41, pp.84-103, 1991-10-20

Nell'italiano letterario di oggi, i pronomi soggetto della terza persona egli ed ella, come pure esso, essa, essi, esse e diversamente da lui, lei, loro, hanno alquante proprieta comuni ai pronomi clitici : non possono, ad esempio, essere coordinati ad un altro sintagma nominale (gli esempi qui esposti sono tratti dal lavoro di A. Calabrese) : *egli e Maria sono venuti ieri ne possono apparire in assenza di un verbo : (che e stato?)--*egli. Questi pronomi tuttavia non vanno considerati come clitici, perche possono essere separati dal verbo da altri elementi lessicali : egli, veramente, si e comportato in altra maniera. Lo status dei pronomi egli, ella, ecc. quindi e molto incerto. Nel presente saggio abbiamo cercato di esaminare lo status attuale di egli, ella in chiave diacronica, confrontando cioe la loro situazione nell'italiano moderno con quella nel fiorentino nelle sue fasi antiche e moderne. Nel fiorentino antico, i pronomi egli (s. e pl.), ella, elle, ecc., che non avevano le limitazioni viste sopra e che quindi erano in tutto e per tutto pronomi liberi, hanno cominciato a sviluppare accanto a se, gia prima del Quattrocento, una nuova serie di pronomi, ossia quella con forme ridotte. Fra questi pronomi ridotti, ce ne sono tre, a quanto pare, che funzionavano per l'appunto come clitici : gli (s. e pl.), la e le infatti apparivano solo immediatamente davanti a un verbo. I pronomi clitici della seie gli si trovavano inizialmente soltanto nella proposizione subordinata e si sono estesi poi, dopo la seconda meta del Quattrocento, via via anche alla principale, allargando cosi la possibilita di alternarsi con i pronomi liberi della serie egli. Nel Settecento il fiorentino vivo presenta la tendenza ad avere le due serie in questione come varianti posizionali, in conseguenza del fatto che la serie egli nel dialetto si e ridotta per lo piu a cliticizzarsi dopo un verbo. Questa serie poi scompare totalmente dal fiorentino moderno, per cui sono rimasti come clitici solo i preverbali e/gli, la le (e e la variante preconsonantica di gli). In conclusione, i pronomi della serie egli nell'italiano moderno sembrano mostrare una certa "esitazione" davanti allo svolgimento proceduto, dal Cinquecento in avanti, in due direzioni distinte : una verso la tradizione letteraria, che tende a mantenere le proprieta dei pronomi liberi a quelli di questa serie ; l'altra verso il rinnovamento dialettale, che ha sviluppato in base ad essi i clitici soggetto, Possiamo pensare pertanto che sia questa "esitazione" a determinare lo status incerto osservabile nei pronomi attuali egli ed ella.
著者
鈴木 信吾
出版者
東京音楽大学
雑誌
研究紀要 (ISSN:02861518)
巻号頁・発行日
vol.14, pp.131-145, 1990