著者
村松 真理子
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.42, pp.125-150, 1992-10-20

Poco dopo la maturita liceale, il giovane D'Annunzio si trasferi a Roma gettandosi subito nella vita mondana della capitale frequentando teatri e salotti privati mentre cominciava a scrivere poesie e a pubblicare su diversi settimanali e quotidiani articoli vari con noitizie sull' alta societa romana e recensioni sugli avvenimenti culturali, fra questi ultimi la moda delle giapponeserie. Fu cosi che nel giugno 1884 usci sul <<Capitan Fracassa>> un racconto intitolato Mandarina, la cui protagonista, un′ aristocratica vedova di Roma, soprannominata 'Mandarina' perche ha "questa curiosa affettazione di giapponesismo nelle vesti, nelle pose, perfino nella voce", ha un amico giapponese, un certo cavaliere Sakumi, di cui Madarina e quasi innamorata benche sia un uomo molto strano. Uno studio in tema di Maria Mimita Lamberti ha dimostrato come si possa sostenere che D'Annunzio avesse tratto diverse descrizioni degli arredi e della sfumatura dei colori da La maison d' un artiste di Edmond Goncourt. Dal confronto fra i due testi emergono in Mandarina tanti motivi e espressioni prese dal libro di Goncourt, spesso tradotte quasi letteralmente. Uno per tutti : la semplice trama del racconto, piu che ispirata ad un episodio raccontato nella Maison di Goncourt dove parlando del concetto dell' amore in Giappone vengono citate le critiche fatte da un giovane giapponese alle espressioni amorose francesi troppo dirette e libere, in D'Annunzio si capovolge creando una sorta di parodia di Goncourt stesso. Probabilmente all' inizio di maggio, D' Annunzio lesse un libro francese intitolato Poemes de la libellule ; una raccolta di poesie giapponesi tradotte da un giapponese, Saiongi, e riordinate secondo la metrica giapponese con l' aggiunta della rima da Judith Gautier. Compose allora una poesia giapponizzante Outa occidentale, raccolta dopo ne La Chimera, e scrisse una recensione intitolata Letteratura giapponese. Altra testimonianza delle giapponeserie in D' Annunzio e il suo primo romanzo Il Piacerc, del 1889, con la sua ambientazione negli anni 1885-1887, le giapponeserie nell' arredamento, il personaggio strano di Mandarima e il giapponese Sakumi, che, curiosamente, ritorna in questo libro con il suo "linguaggio barbarico" e con la sua fisionomia che sembra uscita dal pennello del grande pittore 'umorista' O-Kou-Sai(Hokusai). Acme di questa testimonianza e la sensazione che D' Annunzio attribuisca una certa qual valenza di richiamo erotico all' arredo giapponizzante come sfondo delle scene che alludono allo stato d' animo dei protagonisti. Elementi corroboranti sono pure altri due motivi orientaleggianti : uno e il paragone fiore-neve (forte e il richiamo a Victor Hugo e al Goncourt della Maison, ma forse anche alla poesia di Tomonori) ; l' altro e una specie di topos : il cielo bello come in Estremo Oriente, quello, per intenderci, che vedono Andrea e Maria all' ora del tramonto e "tutto roseo come un cielo dell' Estremo Oriente" o che si trova gia nel Taccuino del 1882 nella descrizione di un tramonto a Pescara, o ancora in alcuni articoli giornalistici e perfino nel romanzo Il Fuoco del 1898. A differenza del fenomeno dello 'japonisme' francese, molto significativo in campo artistico soprattutto dopo l' Esposizione Internazionale di Parigi del 1862, il Giappone per D' Annunzio rimane sempre limitato alla sfera della moda e del decoro. Pur possedendo i disegni e gli arredi giapponesi, come testimonia una prosa del 1936, il Giappone per D' Annunzio giovane era sempre anzitutto il Giappone di Goncourt e quest' esotismo, dalla durata piuttosto breve, come ogni fenomeno di moda non aveva in se motivazione sufficiente per giustificare un approfondimento nella formazione culturale del poeta. Nonostante cio, rappresentano curiosi documenti delle opere del poeta in un determinato periodo, utili, diciamo, per evidenziare il legame esistente tra i diversi generi letterari che trattava D' Annunzio. Cronaca e favole per i giornali da una parte, poesia e romanzo dall' altra, sono quindi fra di loro legati anche dai motivi giapponizzanti, 'ricucinati' dall' autore a seconda delle necessita richieste dai diversi generi.
著者
村松 真理子
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.44, pp.25-45, 1994-10-20

A volte una'storia'puo viaggiare per secoli, superare confini geografici e spingersi in mondi diversi:il motivo dei"tre anelli", famoso soprattutto per la versione boccaccesca, e una di queste, una storia che attraverso le differenze linguistiche e culturali, la distanza temporale e quella spaziale e che, quasi fosse una sorta di materia modificabile, un contenitore flessibile, riusci a trasmettere vari messaggi, tra loro contrastanti, nel medioevo occidentale. La trama comune alle varie versioni e la'storia'di un padre che vuole lasciare un anello di grande valore in eredita a uno dei suoi trefigli. Il padre decide allora di commissionarne alcune imitazioni. Cosi, dopo la sua morte, i figli si trovano davanti a tre anelli in apparenza del tutto simili. Questa la vicenda che, nella maggior parte dei testi dedicati ai"tre anelli", e incorniciata dal dialogo o'interrogatorio'tra il sovrano e un ricco ebreo:e qui che il primo pone al secondo, con la maligna intenzione di sottrargli denaro nel caso di una risposta sbagliata, la difficile domanda:quale religione e vera, la mia o la tua? La parabola costituisce allora la risposta dell'intelligente ebreo. Questo paragone fra le tre religioni principali, che sono ovviamente l'ebraica, la musulmana e la cristianea, godette di una lunga e curiosa fortuna durante il medioevo. La sua massima espressione, quella decameroniana, venne addirittura trasportata fino alla modernita da Lessing di Nathan der Weise. Il lavoro del filologo francese, Gaston Paris, sulla tradizione di questa storia(La parabole des trois anneaux. In:La poesie de Moyen age, Paris, 1903)rimane invece ancora punto di riferimento fondamentale per gli studi sul tema. Esso delinea la trasformazione della trama nei vari testi, partendo dalla sua supposta origine ebraica nella Spagna del dodicesimo secolo e arrivando fino a Boccaccio e Lessing, con un modernistico concetto di scetticismo religioso come chiave di interpretazione. Seguendo la tradizione della parabola descritta da Paris, in questo lavoro si tenta di analizzare quattro opere, scritte nel Due e Trecento:Gesta Romanorum, Novellino, Fortunatus Siculus(Avventuroso ciciliano)e Decameron. Per seguire il cambiamento del messaggio nella trasformazione della'storia', si e ritenuto necessario da chi scrive rileggere questi brani non solo dal punto di vista contenutistico ma anche e soprattutto da quello stilistico. Gesta Romanorum, opera composta probabilmente alla fine del Duecento in Inghilterra, e une raccolta di parabole moralistiche scritte in latino ma di autore sconosciuto. Il suo ottantanovesimo capitolo racconta la storia dei"tre anelli"con la moralisatio alla fine. La differenza tra questa versione e quelle italiane che esanimiamo non si limita alla lingua ma concerne anche lo stile e la struttura. L'opera infatti conserva il tipo di narrazione degli exempla medievali con frasi compatte e ambiguita nel precisare personaggi, ambiente e tempo;non ha inoltre la cornice del dialogo tra il sovrano e un ricco ebreo ma ha in compenso la moralisatio a mo'di conclusione etico-religiosa. Nell'Italia dell'ultimo ventennio del Duecento, invece, il Novellino riracconta questo motivo in un nuovo contesto culturale. Quest'opera, che consolida la nascita del nuovo genere letterario della'novella', trasforma la 'storia'secondo la nuova etica civile:con l'eredita stilistica dell'exemblum nella sua brevitas o essenzialita, si esprime allora un forte interesse verso la 'retorica'. In uno stile fortemente segnato anche dal parlato(soprattutto nei discorsi diretti)e nella'storia'che da maggior rilievo al"bel parlare"del"giudeo", mentre la scelta della"miglior fede"in se non ha piu importanza, si intravvede un nuovo messaggio che valorizza il potere delle parole e testimonia una cultura laica e tollerante, piuttosto che'scettica'. Foutunatus siculus ossia l'avventuroso ciciliano, che e storicamente un passaggio tra Novellino e Decameron, dimostra pero aspetti diversi da entrambi. Manca infatti lo stele compatto e intenso del Novellino, le frasi sono allungate con molti dettagli aggiunti ma, nel contempo, non esiste ancora la coscienza stilistica di Boccaccio con la sua sintassi flessibile, e spesso latineggiante, elegante e capace di descrivere la psicologia umana. Come contenuto, invece, rappresenta una moralita analoga a Gesta Romanorum piu che al Novellino, con una certa rigidita nel discorso religioso.
著者
村松 真理子
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.40, pp.70-92, 1990-10-20

IL Novellino, raccolta di brevi "novelle antiche", nonostante sia redatto in un semplice stile colloquiale nel volgare della seconda meta del Duecento, e una opera importante nella storia letteraria delle originei. Le cento novelle, compilate da un anonimo fiorentino e tramandate a noi per mezzo di otto codici, purtroppo imperfetti, presentano strutture stilistiche comuni : brevita delle frasi e delle novelle, sintassi paratattica, ricorrenza delle stesse parole. Tutte queste specificita testimoniano la tradizione culturale e le tendenze stilistiche del Duecento. Soprattutto il gusto dell'abbreviatio, tono dominante dell'intera opera, e da rilevare in quanto attesta la persistenza della tradizione medievale dell'exemplum : un locus retorico nell'ars praedicandi sviluppatosi nel tardo Medioevo come genere letterario. Nell'economia dell'opera l'uso della brevita, e di un ricco repertorio di figure retoriche, ottiene un effetto espressivo d'"essenzialita", che rivela grande maturita estetica nel contesto culturale dell' epoca. Nel tardo Medioevo la retorica riacquista la propria importanza nel campo dell'oratoria secolare all'interno della societa comunale, dove il potere delle parole riprende un grande valore politico e letterario. La Rettorica di Brunetto Latini e uno degli esempi piu eloquenti e importanti di questa fase culturale, caratterizzata dal volgarizzamento, nella quale si colloca il Novellino. Entrando nei dettagli, il confronto tra la novella 51 del Novellino e la novella 9 della prima giornata del Decameron serve a mettere a fuoco le caratteristiche dell'opera dugentesca e la tradizione novellistica di cui le due opere sono tappe fondamentali. Si nota anzitutto la differenza di stile : la sintassi paratattica con brevi frasi coordinate del Novellino e la sintassi latineggiante ipotattica del Decameron. Il ritmo del Novellino e vivace per l'abbreviatio e per le diverse figure retoriche : ricorrenza del termine "sofferire", ripetuto ben quattro volte in un cosi breve brano ; rima e assonanza ( "...alla quale...e onta tale..." "...a voi sono gia fatti diecimila disonori...priegovi che voi, ..""...n'e fatto pur uno...il mio uno...") ; endiadi ("Mossesi e andonne..."). In questa cadenza di immediatezza l'interesse dell'autore si concentra sulla parte del discorso diretto, in cui l'uso delle sintesi oppositive di iperboli ben esprime l'ironia ("a voi sono gia fatti dieci mila disonori, e a me n'e fatto pur uno"). Nell'opera del Trecento le tecniche silistiche dugentesche sono abbandonate e diventano importanti, invece, la descrizione della psicologia dei personaggi e la precisazione dell'ambiente e del tempo. "Una guasca"del Novellino viene meglio individualizzata come "una gentil donna di Guascogna", e non manca una dettagliata descrizione temporale ("ne'tempi del primo re di Cipri, dopo il conquisto fatto della Terra Santa da Gottifre di Buglione"). Nel testo boccaccesco questa precisazione della situazione viene seguita dalla descrizione psicologica dell'eroina laddove, nella novella dell'anonimo fiorentino, c'e solo una frase che introduce il bel motto della protagonista. In altre parole, Boccaccio elimina l'anonimato dei personaggi dugenteschi, testimonianza della tradizione dell'exemplum medievale. In quest'ultimo la concezione temporale e spaziale contrasta con la coscieza storica e con l'interesse per la psicologia umana presenti nell'"epopea dei mercatanti".Prima del contributo di S. Battaglia e di V. Russo, basato sullo studio delle figure retoriche, la critica tendeva a confrontare il Novellino con il capolavoro boccaccesco, attribuendo la differenza delle opere all'ingenuita dell'opera precedente o alla maturita del maestro della prosa italiana. Si puo invece dire che le due strutture narrative riflettono due tipi di sensibilita e cultura. Pur individuando un legame tra le due opere, quella precedente richiede una valutazione indipendente all'interno del suo contesto culturale, come per il Decameron si puo co
著者
村松 真理子 池上 俊一 杉山 浩平 日向 太郎 芳賀 京子 松田 陽 奈良澤 由美 中川 亜希
出版者
東京大学
雑誌
基盤研究(B)
巻号頁・発行日
2020-04-01

南イタリア・ヴェスヴィオ山麓は紀元後1世紀の火山噴火で埋没したポンペイ等の古代都市が発見され、近代考古学・古代史研究の礎が築かれた「領域 (イタリア語 territorio)」である。本研究計画は(I)2002年以来東京大学が当地域で行うソンマ・ヴェスヴィアーナ古代ヴィラ遺跡調査を総括し、(II) 歴史学、美術史、パブリック・アーケオロジー、文献学、文化史の専門家である分担研究者が協働し、当該「領域」の「古代の記憶」に位置付ることで新たな知見を獲得し、(III)国際シンポジウム等を通して文化遺産の研究・保存活用をめぐる国際的議論において、広く統合的人文知の新たな展望と社会的役割を呈示する。
著者
Furnkas Josef 和泉 雅人 村松 真理 松村 友視
出版者
慶應義塾大学藝文学会
雑誌
芸文研究 (ISSN:04351630)
巻号頁・発行日
no.86, pp.251-155, 2004

1. 解題2. 鴎外自筆書き込み翻刻および翻訳3. 巻末貼付「心理学表」翻刻および翻訳4. 下線部原文・訳本対照
著者
増田 一夫 伊達 聖伸 網野 徹哉 杉田 英明 長沢 栄治 村松 真理子 矢口 祐人 安岡 治子 古矢 旬
出版者
東京大学
雑誌
基盤研究(B)
巻号頁・発行日
2010-04-01

「宗教的近代」を疑問に付す諸現象(宗教の再活性化、保守革命、イスラーム民衆運動)に対して西洋諸社会が警戒を示すなかで、寛容を創出すべき政教分離の制度が、かえってマイノリティ抑圧へと転化する状況が見られる。本研究では、民主主義的諸価値が特定の宗教に対して動員され、グローバル化に伴う社会問題を相対化、隠蔽する様子を分析した。フランスでは、国家が対話しやすいイスラーム教を制度化するという、政教分離に矛盾する動きも見られた。他方で、ナショナル・アイデンティティとしてのライシテ(脱宗教)が、イスラーム系市民を周縁化しつつ、差別、経済格差、植民地主義的な人種主義をめぐる問題提起をむずかしくしている。