- 著者
-
村松 真理子
- 出版者
- イタリア学会
- 雑誌
- イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
- 巻号頁・発行日
- no.44, pp.25-45, 1994-10-20
A volte una'storia'puo viaggiare per secoli, superare confini geografici e spingersi in mondi diversi:il motivo dei"tre anelli", famoso soprattutto per la versione boccaccesca, e una di queste, una storia che attraverso le differenze linguistiche e culturali, la distanza temporale e quella spaziale e che, quasi fosse una sorta di materia modificabile, un contenitore flessibile, riusci a trasmettere vari messaggi, tra loro contrastanti, nel medioevo occidentale. La trama comune alle varie versioni e la'storia'di un padre che vuole lasciare un anello di grande valore in eredita a uno dei suoi trefigli. Il padre decide allora di commissionarne alcune imitazioni. Cosi, dopo la sua morte, i figli si trovano davanti a tre anelli in apparenza del tutto simili. Questa la vicenda che, nella maggior parte dei testi dedicati ai"tre anelli", e incorniciata dal dialogo o'interrogatorio'tra il sovrano e un ricco ebreo:e qui che il primo pone al secondo, con la maligna intenzione di sottrargli denaro nel caso di una risposta sbagliata, la difficile domanda:quale religione e vera, la mia o la tua? La parabola costituisce allora la risposta dell'intelligente ebreo. Questo paragone fra le tre religioni principali, che sono ovviamente l'ebraica, la musulmana e la cristianea, godette di una lunga e curiosa fortuna durante il medioevo. La sua massima espressione, quella decameroniana, venne addirittura trasportata fino alla modernita da Lessing di Nathan der Weise. Il lavoro del filologo francese, Gaston Paris, sulla tradizione di questa storia(La parabole des trois anneaux. In:La poesie de Moyen age, Paris, 1903)rimane invece ancora punto di riferimento fondamentale per gli studi sul tema. Esso delinea la trasformazione della trama nei vari testi, partendo dalla sua supposta origine ebraica nella Spagna del dodicesimo secolo e arrivando fino a Boccaccio e Lessing, con un modernistico concetto di scetticismo religioso come chiave di interpretazione. Seguendo la tradizione della parabola descritta da Paris, in questo lavoro si tenta di analizzare quattro opere, scritte nel Due e Trecento:Gesta Romanorum, Novellino, Fortunatus Siculus(Avventuroso ciciliano)e Decameron. Per seguire il cambiamento del messaggio nella trasformazione della'storia', si e ritenuto necessario da chi scrive rileggere questi brani non solo dal punto di vista contenutistico ma anche e soprattutto da quello stilistico. Gesta Romanorum, opera composta probabilmente alla fine del Duecento in Inghilterra, e une raccolta di parabole moralistiche scritte in latino ma di autore sconosciuto. Il suo ottantanovesimo capitolo racconta la storia dei"tre anelli"con la moralisatio alla fine. La differenza tra questa versione e quelle italiane che esanimiamo non si limita alla lingua ma concerne anche lo stile e la struttura. L'opera infatti conserva il tipo di narrazione degli exempla medievali con frasi compatte e ambiguita nel precisare personaggi, ambiente e tempo;non ha inoltre la cornice del dialogo tra il sovrano e un ricco ebreo ma ha in compenso la moralisatio a mo'di conclusione etico-religiosa. Nell'Italia dell'ultimo ventennio del Duecento, invece, il Novellino riracconta questo motivo in un nuovo contesto culturale. Quest'opera, che consolida la nascita del nuovo genere letterario della'novella', trasforma la 'storia'secondo la nuova etica civile:con l'eredita stilistica dell'exemblum nella sua brevitas o essenzialita, si esprime allora un forte interesse verso la 'retorica'. In uno stile fortemente segnato anche dal parlato(soprattutto nei discorsi diretti)e nella'storia'che da maggior rilievo al"bel parlare"del"giudeo", mentre la scelta della"miglior fede"in se non ha piu importanza, si intravvede un nuovo messaggio che valorizza il potere delle parole e testimonia una cultura laica e tollerante, piuttosto che'scettica'. Foutunatus siculus ossia l'avventuroso ciciliano, che e storicamente un passaggio tra Novellino e Decameron, dimostra pero aspetti diversi da entrambi. Manca infatti lo stele compatto e intenso del Novellino, le frasi sono allungate con molti dettagli aggiunti ma, nel contempo, non esiste ancora la coscienza stilistica di Boccaccio con la sua sintassi flessibile, e spesso latineggiante, elegante e capace di descrivere la psicologia umana. Come contenuto, invece, rappresenta una moralita analoga a Gesta Romanorum piu che al Novellino, con una certa rigidita nel discorso religioso.