- 著者
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児島 由枝
- 出版者
- イタリア学会
- 雑誌
- イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
- 巻号頁・発行日
- vol.45, pp.1-24, 1995
<p>Benedetto Antelami, scultore e forse architetto, attivo a Parma, ha avuto una fortuna non usuale. Il suo nome, con la data 1178, e attestato dall'iscrizione della lastra rappresentante la Deposizione nella Cattedrale e da quella della lunetta del portale settentrionale del Battistero, dove si legge l'anno 1196. Pur essendo queste le uniche testimonianze certe su Antelami, la letteratura storica-artistica degli ultimi due secoli-a parte poche eccezioni-ha manifestato la tendenza a conferire un'importanza sempre maggiore alla sua figura, attribuendogli un numero via via crescente di opere, fino al punto che si puo ritenere la sua fortuna come un mito. Il germe di questo"mito"risale alla fine del Settecento, in tempi ancora sostanzialmente dominati dall'impostazione critica del Vasari, quando Ireneo Affo (1792, 1796), un erudito di Parma, riproponeva all'attenzione l'attivita parmigiana di Antelami, di cui apprezzava il valore nel contesto del suo tempo. Subito dopo, Antelami compie il salto fra milieu parmigiano e il sapere manualistico della grande cultura enciclopedica, nella celebre Storia pittorica dell'abate Lanzi (1795-96), che conobbe Antelami tramite Affo in occasione di una visita a Parma. Nella trattazione del Lanzi, difatti, il nome di Antelami esce per la prima volta nel panorama della storiografia dell'arte italiana, ed un altro fatto rilevante e che Antelami e considerato l'unico predecessore degli scultori pisani. L'affermazione di Lanzi inaugura la fortuna di Antelami, dal momento che nelle letterature piu generali di storia dell'arte dell'Ottocento, dal Burckhardt (1855) al Perkins (1868), e sempre ripresa la sua valutazione sull'artista. Tra questi testi, si nota anche la voce fantastica del Selvatico (1879), il quale attribuisce all'opera di Antelami la manifestazione dello spirito di liberta dell'eta comunale, riflettendo la tendenza culturale romantica del periodo risorgimentale. Sul finire dell'Ottocento, quando, nel clima positivistico, lo studio storico-artistico divenne una materia scientifica e archeologica, la figura dell'Antelami e stata coinvolta nella discussione tuttora inconcludente, cioe il rapporto dello stile di Antelami con le varie regioni artistiche francesi.Alla base di questa discussione era il fondamentale studio di Willihelm Voge (1894), in cui, partendo dal presupposto che gli artisti viaggiassero molto, si sppone che la scultura monumentale gotica, poi sviluppatasi prevalentemente in Ile-de-France, abbia avuto origine nella Francia meridionale. Partendo da questo studio, durante il corso della prima meta di questo secolo, numerosi studiosi hanno sostenuto i rapporti di Antelami con la Francia, tra cui Zimmermann (1897), Voge stesso (1902), Bertaux (1905), Hamann (1923), e Jullian (1945). Le loro tesi differiscono un po', ma le argomentazioni sono sostanzialmente uguali, cioe Antelami e definito come colui che ha introdotto in Italia un influsso francese aggiornato sulle piu moderne fasi e tedenze denl romanico provenzale e protogotico della Francia settentrionale. Assumendo queste tesi, il De Francovich (1952) e il Quintavalle (che ha pubblicato i diversi testi sull'Antelami) hanno attribuito ad Antelami un ruolo particolarmente importante. Secondo loro l'artista e non sono scultore ma anche architetto (qui e stata ripresa la questione gia accennata in diversi studi), capomastro di grandi cantieri architettonici-il Battistero di Parma, la Cattedrale di Fidenza, Sant'Andrea di Vercelli-, introduttore della novita dell'arte gotica oltrealpina, grande rinnovatore della scultura e architettura romanica italiana ecc. Da questi studi la figura dell'Antelami esce come paradigma di un intero periodo e sotto il suo nome sono riunite direttamente, tramite attribuzioni, o indirettamente, tramite il riconoscimento di un</p><p>(View PDF for the rest of the abstract.)</p>