- 著者
-
林 克彦
- 出版者
- 美学会
- 雑誌
- 美学 (ISSN:05200962)
- 巻号頁・発行日
- vol.61, no.1, pp.73-84, 2010-06-30 (Released:2017-05-22)
Oggi di fronte al quadro cronologico delle opere di Piero della Francesca, modificato da diversi reperti accumulatisi a partire dalla fine del secolo scorso, si avverte inevitabilmente la grande lacuna della prima meta della sua carriera. Il che mi induce a riesaminare l'opinione comune riguardo all'andamento stilistico-cronologico di Piero. La spazialita della Leggenda della Vera Croce di Arezzo, che si puo considerare proprio come un punto di riferimento per le ricerche cronologiche concernenti l'artista e che la critica vuole collocare nella sua maturita, infatti, per la sua rigidita basata sulla composizione prospettica di zone cromatiche divise da contorni taglienti, e assai diversa da quella profonda e naturale delle sue produzioni mature. Recenti dati e ricerche hanno rivelato che Piero fu particolarmente impegnato intorno al 1455, epoca in cui, secondo molti studiosi, dovette concentrarsi nell'esecuzione degli affreschi aretini, e che la convinzione comune che egli avesse iniziato a lavorare ad Arezzo solo dopo la morte (1452) del pittore precedente, Bicci di Lorenzo, non ha piu fondamento. Qui si evince che lo stile specifico della Leggenda deriva dall'abbinamento dell'alta quanta scientifica della prospettiva con la "primitivita" che a sua volta puo essere attribuita all'esecuzione della prima maturita (prima del 1454).