著者
岩倉 翔子
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.39, pp.62-79, 1989-10-20

Cap. introduttivo : l'A. descrive l'ambito sociale entro cui si svolse l'attivita del pittore Neri di Bicci e fornisce dell' artista l'indispensabile collocazione storica ; cerca di chiarire quale fortuna ebbe il N. nella storia della critica d'arte, da Vasari ai giorni nostri, rilevando come l'inportanza del N. sia legata, piu che al valore della sua opera pittorica, al testo delle Ricordanze : esso offre infatti numerose notizie inedite sull'ambiente artistico fiorentino di allora. Cap. I : l'A. descrive l'interessante quadro familiare in cui crebbe il N. : iniziato alla carriera di pittore dal padre, che gia teneva una bottega d'arte piuttosto conosciuta, il nostro pittore divenne poi suo collaboratore e alla morte del padre ne continuo l'attivita. Cap. II : la data su cui si aprono Le Ricordanze-che il N. continuo a scrivere finoal 1475-e il marzo 1453, ma questa data deve essere esaminata da vari punti di vista. Cap. III : il manoscritto originale delle R. attualmente e conservato nella Biblioteca della Galleria Nazionale degli Uffizi di Firenze, con la segnatura "Manoscritto 2", dove esso giace dal I ottobre 1785. Queste R., che N. stesso dichiara di essere "segniato D" fanno supporre l'esistenza di altri testi, presumibilmente contrassegnati da A a C ; e in effetti, nelle R. s'incontra una citazione delle R. C. Cap. IV : l'A. traccia una cronologia delle diverse utilizzazioni critiche hora fatte delle R. : da Baldinucci, letterato del Seicento, fino a Cohn nel nostro secolo : e fra tutte, quella di Milanesi sembra la piu influente. Cap. V : per quanto riguarda la vicenda della trascrizione del manoscritto originale, l'iniziatore in tal senso appare Poggi ; ma il suo lavoro, seppur meritevole, si limita a una edizione parziale che egli corredo d'una serie di note. Quasi mezzo secolo dopo Poggi, Santi ha finalmente pubblicato una trascrizione completa del testo che offre al lettore competente un utilissimo ed esauriente documento ; al testo si aggiunge un' introduzione accurata ed ampia, che tratteggia da vari punti di vista l'ambiente artistico e culturale in cui N. svolgeva la sua attivita. Conclusione ; l'A. riassume una serie di scritti di artisti quattrocenteschi-come Alberti, Ghiberti, Cennini eec-, al cui confronto le R. di N. rivelano una maggiore concretezza, un piu preciso valore di documento ; esse appaiono in altri termini come la piu originale testimonianza dell' attivita quotidiana d'un pittore quattrocentesco minore. In una successiva e piu minuziosa analisi delle R., l'A. mostrera quale specie di coscienza, di gusto e di esigenza artistica avesse la piccola borghesia di allora ; e come l'attivita d'un pittore-considerato, dal punto di vista della storia dell'arte rinascimentale, ne geniale ne rinomato, ma piuttosto mediocre e divulgativo-si svolgesse in conformita al gusto e al desiderio della suddetta classe. Tale ricerca si rivolgera dunque verso quegli aspetti-soprattutto sociali-della storia artistica del Quattrocento italiano, ancora non completamente messi in luce.
著者
上村 忠男
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.28, pp.134-146, 1980-03-10
著者
和栗 珠里
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
vol.48, pp.162-180, 1998

Le Compagnie della Calza, chiamate cosi per l'usanza di portare calze di seta, erano sodalizi di giovani patrizi veneziani dai quali i cittadini e i popolani erano praticamente esclusi. Questi sodalizi ebbero vita nel corso dei secoli XV e XVI, cioe rinascimentale, e avevano lo scopo di organizzare feste pubbliche e private. Secondo Lionello Venturi, fra il 1487 e il 1565 c'erano 23 Compagnie della Calza, ma forse anche di piu. Ciascuna compagnia era costituita generalmente da una ventina o una trentina di giovani, che eleggevano fra loro le cariche sociali: il Priore o il Signore, i consiglieri, il sindaco, il camerlengo. La prima occasione di attivita si ebbe con la fondazione della compagnia. Poi c'erano altre occasioni: le feste pubbliche, le visite di principi stranieri e le nozze dei membri. In queste occasioni, le compagnie organizzavano i pageant sul Canal Grande, facevano recitare commedie, danzavano sui soleri o nel cortile del Palazzo Ducale, davano banchetti nei loro palazzi, e cosi via. Le Compagnie della Calza avevano funzioni culturali e politiche. Erano mecenati delle arti "effimere" come spettacoli, danza, e musica. Soprattutto contribuivano moltissimo allo sviluppo delle arti teatrali a Venezia. Le Compagnie della Calza funzionavano anche come organismo diplomatico per l'accoglienza dei principi stranieri. Analizzando l'elenco dei membri delle Compagnie della Calza compilato nel saggio di Venturi, si ha una visione precisa della estrazione sociale dei 'calzaioli'. Generalmente i giovani patrizi che partecipavano alle Compagnie della Calza erano di famiglie molto ricche e influenti. Molti erano figli e nipoti dei grandi statisti della Repubblica di Venezia, e loro stessi sarebbero diventati personaggi importanti in futuro. Addirittura i primi tre dogi del Cinquecento, Leonardo Loredan, Antonio Grimani e Andrea Gritti, erano 'ex-calzaioli'. Tra le attivita delle Compagnie della Calza, le feste di nozze hanno avuto poca attenzione da parte degli studiosi, nondimeno erano molto importanti. Dei 35 documenti di nozze contenuti nel Codice Cicogna 1650/XV (articoli estratti dai Diarii di Marin Sanudo), ben 27 comprendono descrizioni di loro interventi e, negli statuti delle Compagnie della Calza, ci sono alcune clausole che riguardano le nozze dei membri. Le Compagnie della Calza, festeggiando i legami tra le famiglie nobili, contribuivano ad intrecciare il network di parentela, attraverso del quale l'oligarchia si sviluppo nel patriziato di Venezia del periodo rinascimentale. Nello stesso tempo, dopo la Serrata, il patriziato veneziano comincio a dare importanza alla purezza della sangue, e ad incoraggiare il matrimonio solo fra le famiglie nobile. Le Compagnie della Calza facevano sfoggio tale matrimonio benedetto dal loro ceto. Si puo concludere che le Compagnie della Calza fiorirono, politicamente, culturalmente e socialmente, sullo sfondo della grande svolta della storia di Venezia.
著者
河合 成雄
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.43, pp.56-75, 1993-10-20

Secondo Marsilio Ficino, filosofo fiorentino del tardo Quattrocento, lo scopo fondamentale dell'uomo e l'unione con Dio. Come dice Kristeller, l' anima dell'uomo puo raggiungere Dio tramite la conoscenza e l'amore. La conoscenza di Dio attraverso l'intelletto e l'amore di Dio attraverso la volonta sono in fondo due aspetti di un unico fatto concreto, cioe l'ascesa interiore della conoscenza fino al grado piu alto della contemplazione. In questo saggio ho esaminato la posizione dell'individuo all'interno della teoria dell'amore di Ficino. Un famoso libro di Cassirer, Individuum und Cosmus in der Philosophie der Renaissance analizza la posizione dell'individuo da un punto di vista gnoseologico. In Ficino tuttavia la considerazione dell'individuo investe anche la sua concreta natura psicologica. Esamineremo in primo luogo l'interpretazione che Ficino da del racconto di Aristofane nel Convivio di Platone. In questo mito l'uomo e stato diviso da Dio in due parti che si cercano reciprocamente. Ci sono due tipi di amore, uno reciproco e l'altro semplice. La persona amata e obbligata ad amare anch'essa la persona amante. Pero per il Ficino l'amore reciproco non e solo un dovere morale, ma addirittura una necessita oggettiva. L'amore si basa sulla somiglianza degli amanti e deve quindi nascere in ambedue per la stessa ragione. A questo punto Ficino interpreta filosoficamente la relazione delle due meta, servendosi dell'immagine della luce (lumen). Secondo Ficino, la meta perduta e l'"infusum lumen" e l'altra meta e l'"ingenitum lumen". Quest' ultima, cioe l'uomo, ottiene la meta perduta tramite l'amor reciproco. Nello stesso tempo l'uomo trova se stesso salendo fino a Dio. L'ascesa dell'anima a Dio, che e una legge universale, si realizza nella concretezza individuale. Per sapere che cosa faccia nascere l'amor reciproco dobbiamo esaminare il pensiero astrologico di Ficino. Quello che determina la "similitudo", causa dell'amor reciproco, e la posizione degli astri. L'individualita non e quindi determinata direttamente da Dio che in un certo senso e estraneo allo svolgimento dell'amore nel mondo reale. In conclusione il pensiero di Ficino non e solo una fusione di teologia cristiana e di filosofia platonica, ma comprende anche un aspetto astrologico determinante nei confronti della sua concezione dell'individuo.
著者
斉藤 寛海
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.34, pp.27-49, 1985-03-30

Le aziende postali, che hanno ottenuto il ruolo principale del servizio postale nel corso della seconda meta del Trecento, organizzano diversi modi di distribuzione, cioe regolare ("scarsella"), proprio e vantaggio. Ma nello stesso tempo, per mandare i documenti si servono dei viaggiatori, vetturali, padroni delle navi e cosi via, per i quali il servizio postale non e affare proprio o principale. Quindi, in realta, si possono trovare tanti modi di distribuzione, e se ne puo scegliere il piu adatto per caso. La sfera geografica della comunicazione postale delle citta commerciali italiane e, come la sfera geografica del commercio stesso italiano, assai larga. Il tempo necessario per distribuire e regolato dalla lunghezza, la condizione naturale e sociale del percorso, nonche il modo di distribuzione. Considerando questi elementi regolatori, si puo calcolarlo piu o meno, e il negozio fra due punti e fatto, considerando il tempo di distribuzione. Le aziende commerciali fanno la comunicazione postale abbastanza spesso, ma naturalmente corrispondendo il carattere dei loro affari. I costi del servizio postale sono svariati, da gratis a grosse somme, secondo il percorso e il modo di distribuzione. Fra loro, i costi di distribuzione del modo regolare sono bassi, e rendono possibile economicamente la comunicazione quotidiana nonche regolare. La base principale della posta commerciale si trova nel modo regolare di distribuzione.
著者
児島 由枝
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
vol.45, pp.1-24, 1995

<p>Benedetto Antelami, scultore e forse architetto, attivo a Parma, ha avuto una fortuna non usuale. Il suo nome, con la data 1178, e attestato dall'iscrizione della lastra rappresentante la Deposizione nella Cattedrale e da quella della lunetta del portale settentrionale del Battistero, dove si legge l'anno 1196. Pur essendo queste le uniche testimonianze certe su Antelami, la letteratura storica-artistica degli ultimi due secoli-a parte poche eccezioni-ha manifestato la tendenza a conferire un'importanza sempre maggiore alla sua figura, attribuendogli un numero via via crescente di opere, fino al punto che si puo ritenere la sua fortuna come un mito. Il germe di questo"mito"risale alla fine del Settecento, in tempi ancora sostanzialmente dominati dall'impostazione critica del Vasari, quando Ireneo Affo (1792, 1796), un erudito di Parma, riproponeva all'attenzione l'attivita parmigiana di Antelami, di cui apprezzava il valore nel contesto del suo tempo. Subito dopo, Antelami compie il salto fra milieu parmigiano e il sapere manualistico della grande cultura enciclopedica, nella celebre Storia pittorica dell'abate Lanzi (1795-96), che conobbe Antelami tramite Affo in occasione di una visita a Parma. Nella trattazione del Lanzi, difatti, il nome di Antelami esce per la prima volta nel panorama della storiografia dell'arte italiana, ed un altro fatto rilevante e che Antelami e considerato l'unico predecessore degli scultori pisani. L'affermazione di Lanzi inaugura la fortuna di Antelami, dal momento che nelle letterature piu generali di storia dell'arte dell'Ottocento, dal Burckhardt (1855) al Perkins (1868), e sempre ripresa la sua valutazione sull'artista. Tra questi testi, si nota anche la voce fantastica del Selvatico (1879), il quale attribuisce all'opera di Antelami la manifestazione dello spirito di liberta dell'eta comunale, riflettendo la tendenza culturale romantica del periodo risorgimentale. Sul finire dell'Ottocento, quando, nel clima positivistico, lo studio storico-artistico divenne una materia scientifica e archeologica, la figura dell'Antelami e stata coinvolta nella discussione tuttora inconcludente, cioe il rapporto dello stile di Antelami con le varie regioni artistiche francesi.Alla base di questa discussione era il fondamentale studio di Willihelm Voge (1894), in cui, partendo dal presupposto che gli artisti viaggiassero molto, si sppone che la scultura monumentale gotica, poi sviluppatasi prevalentemente in Ile-de-France, abbia avuto origine nella Francia meridionale. Partendo da questo studio, durante il corso della prima meta di questo secolo, numerosi studiosi hanno sostenuto i rapporti di Antelami con la Francia, tra cui Zimmermann (1897), Voge stesso (1902), Bertaux (1905), Hamann (1923), e Jullian (1945). Le loro tesi differiscono un po', ma le argomentazioni sono sostanzialmente uguali, cioe Antelami e definito come colui che ha introdotto in Italia un influsso francese aggiornato sulle piu moderne fasi e tedenze denl romanico provenzale e protogotico della Francia settentrionale. Assumendo queste tesi, il De Francovich (1952) e il Quintavalle (che ha pubblicato i diversi testi sull'Antelami) hanno attribuito ad Antelami un ruolo particolarmente importante. Secondo loro l'artista e non sono scultore ma anche architetto (qui e stata ripresa la questione gia accennata in diversi studi), capomastro di grandi cantieri architettonici-il Battistero di Parma, la Cattedrale di Fidenza, Sant'Andrea di Vercelli-, introduttore della novita dell'arte gotica oltrealpina, grande rinnovatore della scultura e architettura romanica italiana ecc. Da questi studi la figura dell'Antelami esce come paradigma di un intero periodo e sotto il suo nome sono riunite direttamente, tramite attribuzioni, o indirettamente, tramite il riconoscimento di un</p><p>(View PDF for the rest of the abstract.)</p>
著者
野上 素一
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.12, pp.111-114, 1964-01-20
著者
松本 典昭
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.40, pp.205-226, 1990-10-20

La repubblica fiorentina si trasformo nel principato dopo aver passato una crisi istituzionale nel periodo che va dall'invasione francese del 1494 all'assedio delle truppe spagnole del 1530. Il principato nascente miro a una monarchia assoluta inserendosi nell'onda dell'assolutismo europeo. In questo saggio analizzero il processo di formazione della monarchia assoluta medicea e la sua struttura politica prestando attenzione alla tradizione e all'innovazione, ossia alla continuita e discontinuita del regime politico e del ceto dirigente nel periodo del trapasso dalla repubblica al principato. Il Senato dei 48 e il Consiglio dei 200, creati nel corso della riforma del 27 Aprile 1532, hanno una maggiore autorita nel regime alessandriano. Tutti i membri di questi due consigli erano patrizi che formavano il ceto dirigente della repubblica. Il regime alessandriano era quindi una specie di oligarchia aristocratica. Da Cosimo I, successo ad Alessandro nel 1537, comincia la costruzione della vera e propria monarchia assoluta. La vittoria della battaglia di Montemurlo (1537) e la morte di Francesco Guicciardini (1540) sono due vicende simboliche che mettono in luce la caduta del patriziato, possibile rivale del principe. Negli anni '40, inoltre, Cosimo crea nuovi organi-Auditori, Pratica Segreta, ecc.-con cui centralizza il potere. Al vertice dei nuovi organi di governo sono assurti personaggi non appartenenti al patriziato, e addirittura non fiorentini, come Lelio Torelli da Fano e Iacopo Polverini da Prato. Sotto di loro emerge la nuova burocrazia. La burocrazia fiorentina dell'anno 1551 e composta da incarichi a rotazione, magistrati, che dispongono di 142 posti, e da incarichi a vita, funzionari, che dispongono di 218 posti. I primi riguardano vecchi uffici dell'eta repubblicana, come le magistrature degli Otto di Pratica e Otto di Guardia e Balia ecc., che sopravvivono alla riforma del 1532. I secondi riguardano nuovi uffici, come auditori e segretari, che aumentano di numero ed importanza sotto il regno di Cosimo I. I patrizi fiorentini occupano il 75% degli uffici a rotazione, mentre i personaggi "nuovi", non patrizi e non fiorentini, occupano il 63% degli uffici a vita. Per quanto riguarda i consigli ad alto livello, ossia la parte vitale della burocrazia, tutti i membri a rotazione sono patrizi fiorentini, mentre quelli a vita sono non patrizi e non fiorentini. Tra gli uffici a vita, quelli occupati da giuristi e notai sono il 33%. La maggior parte dei giuristi e notai negli uffici sono non patrizi e non fiorentini laureati in giurisprudenza all'Universita di Pisa. Cosimo I affida loro sempre posti importanti. Nel periodo di formazione della monarchia assoluta fu necessario fiaccare la potenza dei patrizi, possibile rivale di quella del principe, e utilizzare gente di provincia come funzionari per stabilire il potere del principe assoluto che cosi fu in condizione di governare tutto il dominio.
著者
柴野 均
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.35, pp.205-208, 1986-03-15
著者
谷口 勇
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.16, pp.8-22, 1968-01-20

L'autore si e proposto di studiare il saggio critico di Luigi Pirandello sulla Poesia di Dante(1920)pubblicato nell'Idea Nazionale(il 14 settembre 1921), e quindi correggere alcune idee erronee su Croce, diffusesi nel Giappone. Dopo aver trovato la dualita o le opposizioni tra 'poesia' e 'non poesia', tra 'poesia' e 'struttura' nella Divina Commedia, Benedetto Croce ha cercato di aggiustare questa contradizione, <<ponendole in istretta relazione filosofica ed etica>>e<<guardandosi dal pensare tra loro qualsiasi relazione di natura propriamente poetica>>. Cosi, Croce considera la 'poesia' come assoluta, e tutto cio che era concezionalmente o drammaticamente significato in Dante si e fatto appartenere alla categoria di 'non poesia'. Contro questa discussione di Croce, L.Pirandello esercito la critica severa dal principio alla fine :<<Dante, tutt' intero e uno ha il grave torto di non potere entrare nella teoria estetica di B. Croce...>>; Pirandello mostro l'inconsistenza, contenuta nel Croce, e ha assistito l'unita e inseparabilita e nella<<Commedia>>e nella personita del Dante. Ma Croce, non si sa perche, passo sotto silenzio questa critica 'anticrociana.' Secondo G.Giudice, pare che, questa volta, Croce avesse creduto opportuno di non ne parlare. L'opera di Croce, incontrata la critica cosi aspra in Italia, non era approvata anche all'estero. Per esempio, E.H.Wilkins scrisse, <<la meno sodisfacente fra le opere [di Croce], forse, e La Poesia di Dante...>>. Nel Giappone, all'opposto di queste valutazioni, l'opera di Croce, qui sopra, ha ricevuto altissima approvazione. L'autore del presente articolo, il quale crede che questa valutazione si tratta in fondo di un malinteso, ha tentato di correggere questa approvazione esagerata.
著者
脇 功
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.14, pp.71-93, 1966-01-20

Questo articolo e scritto, adattando l' opinione del De Sanctis espressa nella sua "Storia della letteratura italiana", per lo scopo di dare la concezione sulla letteratura italiana della seconda meta del cinquecento, di cui studi non sono ancora sufficenti nel Giappone. L' articolo si puo riassumere come segue : 1)Nella seconda meta del cinquecento, lo spirito italiano era soffocato sotto l' atmosfera dell' Inquisizione, derivandone la stagnazione delle idee, e nella letteratura predominava il formalismo. 2)Fu sotto quest' atmosfera che il Tasso scrisse la "Gerusalemme". Il Tasso voleva fare un' epica, un poema eroico e religioso, rispondendo alla richiesta di quei tempi, cioe a quella della ristaurazione del cattolicesimo, e scrivendola, diede la cura alla semplicita e l' unita della composizione, alla verosimilita, alla dignita dello stile ecc, elementi superficiali e formali considerati indispensabili, in quei tempi, ad un poema epico. Ma si puo dire che egli ha fallito in tutti questi sforzi. E percio, l' essenza della "Gerusalemme" non si puo trovarla in questi elementi epici. 3)Come e gia detto, l' intenzione del Tasso era scrivere un poema eroico e religioso. Ma la sua religiosita era, come quella dei suoi contemporanei, superficiale e esteriore, e inoltre, il suo carattere non era eroico ma lirico e meditativo. In conseguenza, risulta il fatto che sotto il velo di un poema religioso e eroico, apparisce un mondo lirico, dal quale e costruito l' essenza e il valore di questo poema. 4)Questo elemento lirico che si trova nella "Gerusalmme" mescolato con altri elementi apparisce puramente "Aminta". L' "Aminta" appartiene al genere che si chiama i drammi pastrali, ma i drammi pastrali non si devono considerare come drammi ma comeuna specie di poema lirico. Anche nel "Pastor fido" del Guarini, uno dei capolavori di questo genere, l' interesse e tutto nella narrazione lirica e musicale. Questa tendenza lirica e musicale della letteratura che si puo vedere nella "Gerusalemme" e sopratutto nei drammi pastrali, si sviluppa, nel seicento, al melodramma e anche fino all' opera, e infine, la letteratura cede il suo posto alla musica.....
著者
渡辺 友市
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.11, pp.63-79, 1962-12-30

Il 1300 e quel periodo della storia italiana nel quale con lo scomparire dei piccoli comuni ci si avvia verso il risveglio di unacoscienza nazionale. Gli umanisti nati in questo periodo perdendo l'interesse verso la liberta politica si sentono piu inclinati verso una vita tranquilla e libera da noie. Tuttavia, da una parte i Signori sentono ancora il bisogno degli umanisti per aumentare il loro potere politico e dall'altra parte non si puo dire che gliumanisti siano del tutto privi di interesse circa i movimenti politici della loro epoca. Il Petrarca fu biasimato per essersi troppo appoggiato ai Visconti di Milano, per questa ragione, egli intervenne con i suoiscritti nella rivolta diretta da fra Iacopo Bussolani, che ebbeluogo a Pavia nel maggio del 1356. L'Autore dell'articolo, servendosi principalmente delle lettere dell'epoca(Fam XIX.18)e servendosi come base della situazione che appare dalle lettere del Petrarca che invitano alla pace, cerca di ricostruire l'immagine dei Signori sia dal punto di vista ideologico che politico.
著者
柴野 均
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.42, pp.28-55, 1992-10-20

Le rivoluzioni in Italia del 1848 esplodevano quasi simultaneamente nella penisola, ma avevano anche fisionomie proprie e varie secondo le condizioni locali, politiche, economiche e sociali. Per comprendere il significato degli anni 1848-49 in Italia, dunque, e necessario analizzare le particolarita locali. E il caso di Roma e trattato in questo saggio. Roma era circondata dall′ Agro romano la cui situazione economica era molto arretrata. Era una zona tipica del latifondo la cui produttivita era bassissima, caratterizzata dal sistema agrario e sociale. La struttura della citta di Roma era diversa dalle altre citta italiane. Il centro della citta e occupato dal quartiere popolare e gli or gani amministrativo (Campidoglio), religioso (Vaticano) e militare (Castel Sant′Angelo) snon collocati nella periferia geografica. Roma aveva circa centottantamila abitanti nel 1847. La composizione demografica di Roma era assai diversa da quella delle altre citta. Prima di tutto, l′esistenza della Santa Sede attirava piu seimila ecclesiastici. Poi a Roma, capitale dello Stato pontificio e centro culturale, c′erano circa seimila nobili e quattromila funzionari. E come nelle altre citta europee dell′eta preindustriale, c′erano gli strati popolari indigenti che vivevano del lavoro giornaliero e di carita. Alla fine della lista della popolazione romana, c′era il ghetto che contava circa quattromila ebrei. L′attivita economica della Roma dell′800 era condizionata dalla scarsa iniziativa borghese. L′aspetto della produzine era assai minore di quello del consumo. Il sistema economico-politico era molto sfavorevole ai gruppi imprenditoriali. Loro non potevano avere la liberta dell′azione economica e quindi la sezione industriale non poteva contentare la domanda locale. L′unica sezione economica florida era quella del turismo. Roma attirava un enorme numero di pellegrini, turisti in senso moderno da tutta Europa. Nell′anno santo del 1825, piu di quattrocentomila pellegrini hanno visitato Roma. Negli anni 1848-49, il dramma della rivoluzione e della Repubblica romana si svolgeva in questa citta molto singolare. Su questo dramma le condizioni urbane esercitavano una grande influenza.
著者
米山 喜晟
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.24, pp.15-34, 1976-10-01

(1)La letteratura italiana cominciava a fiorire piuttosto tardi, ma doveva incontrare l'ambiente urbano il piu presto in Europa, perche in questo paese(eccezionalmente in Europa di quest'epoca)si erano gia sviluppate tante citta e la civilta urbana. E inoltre, queste citta medioevali d'Italia avevano un carattere molto diverso da quello della citta d'Europa settentrionale, perche gli aristocratici feudali vivevano insieme ai cittadini e qualche volta partecipavano con loro al commercio. Per scoprire la maniera con la quale i letterati italiani incontrarono quest'ambiente nuovo, in questo saggio, si esamina il senso della "famiglia" nelle opere di Dante, perche nell' ambiente urbano semifeudale delle citta medioevali italiane, il senso della "famiglia" o "progenie" era importantissimo. (2)Primamente si puo provare che il Dante idealista continuava a tenere un'attitudine di riconoscere la "gentilezza" nelle virtu individuali, non nelle virtu della famiglia o delle progenie, attraverso le parole delle rime giovanili e principalmente il discorso nel libro quarto del "Convivio", inoltre si prova che anche nella "Divina Commedia", quest'attitudine sempre si teneva senza cambiarsi. (3)Ma il Dante artista realistica mostrava spesso un'attitudine molto diversa da quella del Dante idealista e anche in questo caso lui espresse(per esempio nel canto XXIX d'Inferno, su Gieri della Bella o sull'incontro con Cacciaguida)lui stesso non come un individuo indipendente, ma come un membro della progenie. Specialmente il Farinata lo tratto come un membro della progenie fra i nemici nella sua conversazione nel canto x d'Inferno. Percio nel vedere i personaggi nella "Divina Commedia", noi dobbiamo sempre vedere(e non dobbiamo dimenticare)l'esistenza della famiglia o progenie indietro ai personaggi. Attraverso questa vista, Francesca da Rimini non era soltanto una povera donna amorosa ma anche una traditrice della famiglia, e questo episodio si dimostrera come uno scandalo della famiglia Malatesta. C'e nella lingua inglese, una espressione molto conveniente in questo caso, cioe "the skeleton in the cupboard(l'onta segreta della famiglia)" e infatti Dante canto "the skeleton in the cupboard" alla prima conversazione con le anime nell'inferno, perche questo era la piu interessante e la piu affascinante materia nelle citta medioevali d'Italia. Inoltre l'ambiente semifeudale o aperto delle citta italiane di quest'eta, non limito lo sviluppamento della vista dei cittadini, percio, la loro vista curiosa ando oltralpe e penetro dentro la famiglia regia di Francia e scopri la noia di Ugo Capet attraverso la confessione melanconica. Soltanto con questa vista(personaggio=un membro famigliare)si pote completare la grandissima sintesi del medio evo europeo che si chiama la "Divina Commedia".