著者
近藤 恒一
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.16, pp.52-67, 1968-01-20

I primi studi del Petrarca ebbero inizio tra i dotti notari toscani che erano soliti riunirsi alla piccola Corte del Cardinale Niccolo da Prato ad Avignone. In modo particolare, egli prosegui i suoi studi a Carpentras sotto la guida di Convenevole da Prato, maestro di "grammatica" e "retorica" e uno dei notari, ed in seguito a Montpellier dove si reco per studiare legge. Il Petrarca fu incoraggiato ed aiutato negli studi da suo padre, anch' egli notaro ed entusiasta di "retorica" e di Cicerone. Alcune delle caratteristiche del Petrarca si rivelarono fin dal primo periodo della sua formazione; 1) un accesso estetico ed artistico ai classici e specialmente Cicerone, il quale lascio una profonda e quasi simbolica traccia sulla sua vita e cultura, proprio come fecero in seguito Laura e Sant'Agostino ; 2) un senso quasi innato della vita umana, senso che si sviluppo in una coscienza sempre crescente attraverso lo studio dei classici.
著者
黒須 純一郎
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.37, pp.42-56, 1987-10-30

L'autore dell'opera "Della moneta", Ferdinando Galiani, e noto come precur-sore della teoria del valore della utilita marginale nella storia dell'economia politica perche ha sciolto "il paradosso del valore" sul concetto della utilita e rarita, per primo e nel modo piu persuativo. Inoltre la sua definizione e teoria che il "valore e una idea di proporzione tra il possesso d'una cosa e quello d'un altra nel concett d'un uomo", e il valore e composto "da due ragioni, che con questi nomi esprime : d'utilita e rarita" (libro I, capo II "Dichiarazione de' principi onde nasce il valore delle cose tutte") hanno goduto la massima stima nella storia dello studio covenzionale. Dunque Galiani ha detto nella introduzione del libro I "De' metalli" che, avendo <<deliberato di scrivere... la natura e le qualita della moneta, o sia di que' metalli che le nazioni culte come un equivalente d'ogni altra cosa usano di prendere e dare>> <<il solo amore al ben pubblico e che a scrivere sui conforta>>. Nella introduzione del libro II "Della natura della moneta" ha poi detto, basandosi sull'opinione comune dei piu, che la moneta e <<grande ed utilissima inven-zione>>, e <<una perfezione degli ordini delle societa civili>> contro i poeti e savi che <<lo stato infelicissimo di natura secoli d'ore denominarono>>, e <<dell'argento e dell'oro, che non avevano, si fecero imprima veementissimi disprezzatori.>> Infine, nella "Conclusione dell'opera", ha affermato : <<mi affligge che, mentre i regni di Napoli e di Sicilia risorgono e si sollevano colla presenza del proprio sovrano, il restante d' Italia manchi sensibilmente di giorno in giorno e declini.>> Da i suoi pareri sopra riportati si deduce che scopo della sua opera non soltanto e la critica dell'alterazione della moneta e la discussione della politica dell'-abbondanza del Tesoro pubblico, ma anche il chiarimento dei metodi di universsalizzare la ricchezza nella societa sarebbe devuta essere il mezzo principale per correggere il disordine del valore della moneta, sfuggire alla stagnazione economica e realizzare una societa ricca. Cioe tema centrale di "Della moneta" e : 1) sotanza del valore, 2) mezzo del cambio, 3) meccanismo della decisione del valore (prezzo), 4) circolazione della moneta, 5) bilancio della finanza. Consider-ando questi punti conferma che sostanza della ricchezza nazionale non e lamoneta, ma e la ricchezza reale e che si puo ottenere e aumento della ricchezza reale per mezzo della circolazione rapida della moneta.
著者
上村 忠男
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.24, pp.58-71, 1976-10-01

L'avvento di Giolitti e il suo "nuovo indirizzo" nel febbraio 1901 si e definito da Filippo Turati e la maggioranza del P.S.I.un avviamento del "periodo della conquista" per il proletariato italiano. In questo atteggiamento turatiano davanti al "nuovo indirizzo" di Giolitti, l'Autore individua un caso tipico della concezione sociale-democratica della egemonia nell'eta imperialista, basato, soprattutto, su un'interpretazione del problema politico in Italia, esso e costituito da due fattori, cioe, del conato reazionario da parte del "superstite medioevo economico e morale, vecchie e nuove baronie" del Sud e del programma rinnovatore di "una borghesia vera e propria, giovane, intraprendente, moderna, " l'uno opposto inconciliabilmente e con una necessita storica -forse, si e supposta, all'inglese- all'altro, e, quindi, nella convinzione sulla efficacia politica di un' alleanza "tattica" elaborata e praticata negl'anni di "fine di secolo." In un prossimo articolo, l'Autore cerchera di chiarire alcuni significati storici di questa concezione turatiana, esaminando una critica di Gaetano Salvemini che, attraverso una sottile analisi della societa meridionale, fece notare, invece, un sostanziale accordo d'interessi classista-politici tra i sopraddetto fattori, e, aspramente denunciava la politica di Giolitti, continuatrice deteriore del "trasformismo" tradizionale piuttosto che non apportatrice di un "periodo della conquista" per il proletariato italiano.
著者
和田 忠彦
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.33, pp.38-55, 1984-03-15

Con questo breve saggio, - che puo essere considerato introduttivo agli studi sull' Ermetismo italiano dal punto di Vista dell' immagine culturale della Francia che hanno gli intellettuali italiani negli anni trenta, - si cerca di sintetizzare l' europeismo degli intellettuali non-fascisti net Ventennio fascista come sfondo ideologico alla "Societa delle lettere", cioe agli ermetici. A partire dalla rivista gobettiana "Il Baretti", fra gli intellettuali inquieti per l'affermazione del fascismo, sopratutto quelli torinesi, si sentiva la profonda esigenza di europeizzare l' Italia post-risorgimentale e postgiolittiana per modernizzarla e di conseguenza farle evitare il pericolo imminente del fascismo. Quest'europeismo illuministico gobettiano si trasforma a mano in un cosmoplitismo esotico, sotto il clima totalitario sempre piu opprimente degli anni '30: fenomeno tipicamente osservabile nelle riviste fiorentine, da "Solaria" a "Campo di Marte", in cui i giovani poeti e letterati, aprofittando di una smagliatura nella politica culturale del regime fascista, costituirono una "Societa delle lettere" per ritrovare la loro raison d etre o la fiducia nel loro scrivere. Sopratutto nel "Campo di Marte", in cui laggenerazione piu giovane, compresi gli ermetici e i futuri neorealisti, cercava una forma ideale della cultura e della societa, trovando nella poesia, cie nella letteratura, la vita stessa, cioe l' unica dialettica etica per impegnarsi come uomini e come intellettuali: l' europeismo illuministico, pur attraverso l' intensissima attivita di presentare scrittori europei sulla rivista, non si poteva mai tradurre in un messaggio collettivo di tutti gli intellettuali di una generazione, ma rimase sempre un discorso estremamente personale, o meglio, un lamento costruttivo. L'ultimo biennio degli anni '30 e quindi il periodo della maturazione dell'individualismo della creazione letteraria basata sull' esistenzialismo. liberata la letteratura dall' ideologia politica: la fase forse piu saliente dell'ermetismo. D' altra parte sono proprio questi due anni quelli in cui il concetto della letteratura autarchica ed idealistica, simbolizzato dalla "Reppublica delle lettere", e la visione dell' Europa cosmopolita che lo reggeva da dieci anni, cominciavano a avere sintomi di atonia e di esaurimento. Infatti dopo la proclamazione di guerra l'Inghilterra e la Francia(10.6.1940)la tendenza dell' europeismo andava rapidamente declinando e il nuovo nazionalismo, come la resistenza e il neorealissmo, si sarebbe sviluppato nella lotta lotta anti-fascista come il Gobetti ansiosamente sognava, rompendo il clima culturalmente soffocante. In questo clima culturale dell europeismo gli ermetici abbandonarono l' idea della letteratura come espressione della realta e scelsero la fuga net mondo interiore dell' individuo come l' unica possibile forma della protesta etica contro il fascismo, ritenendo necessario creare nella Francia, vista attraverso i libri, la loro base ideologica. A ben guardare la realta francese dove, dopo il breve periodo di "ricostruzione", si rientrava nel periodo di "ansia" e si spegneva il mitico periodo del fronte unitario degli intellettuali, la Francia degli ermetici risulterebbe un' utopia nata e ingrandita nell utopistica "Societa delle lettere".
著者
野上 素一
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.13, pp.1-6, 1965-01-20

Tutti conoscono in Virgilio la guida di Dante nella "Divina Commedia", ma l'A.desidera chiarire il sentimento intimo di Dante verso Virgilio durante il viaggio nell'oltremondo in particolare riguardo agli appellativi di Virgilio che sono stati adoperati in quest' opera. L'A., prima di tutto esaminando tutti gli appellativi di Virgilio nella "D.C.", scopre che ne sono due tipi. Il primo e l' appellativo piu comune come "il poeta"(Inf.I.130 ecc.), "il poeta che mi guidi"(Inf.II.10 ecc, )"il savio mio"(Inf.XIII.47 ecc.) ; invece il secondo tipo, cioe l' appellativo con il suo proprio nome, e piu raro e speciale, e si trova solo ventisette volte. L'A.ammette che questo secondo appellativo e stato usato qualche volta soltanto allo scopo di rompere la monotonia dello stile(Inf.XIX.61.Inf.XXIX.4 ecc.)e nello stesso tempo ammette che tal volta era necessario, anzi indispensabile per evitare equivoci.per es.nel Purg.II・61., Dante chiama la sua guida Virgilio perche un nuovo gruppo di gente arriva all'Antipurg.e fra essi potrebbe esserci anche poeti e i savi, come pure nel purg.dove incontrano parecchi poeti e savi insieme con Dante come Sordello, N.Visconti, e Currado. Ma l'A.e convinto che il caso vero e proprio, in cui era necessario chiamare questo poeta latino con il suo proprio nome, era quando l'autore della D.C.voleva mostrare una forte emozione verso Virgilio in qualche speciale tratto di questo viaggio come nell'Inf.I.79 dove il cuore di Dante e gonfio di gratitndine verso Virgilio per il suo proprio soccorso quando egli era minacciato da tre fieri e come nel Purg XXX.46-51.dove Dante e colpito da grande tristezza a causa d'improvvisa scomparsa di Virgilio e la sua emozione e talmente forte che grida tre volte ripetutamente il nome di Virgilio e neppure l'apparizione di Beatrice riesce a consolarlo anzi la figura di questa donna beata sembra ora antipatica a Dante,
著者
K.Ikeda
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.8, pp.133-136, 1959-12-30

第三回国際イタリア文学会が、一九五九年四月、南仏プロヴァンスのエクス大学で開催されることについては、昨年度の本誌上をかりて簡単に紹介しておいたが、あいにくわが国からの参加者はいなかった様子である。ところで最近到いたイタリアの学会紀要や文芸雑誌をみると、国際学会の内容がかなり詳細に報告されている。そこで、一九五九年度第二号の「レッテレ、イタリアーネ」誌Lettere Italianeに発表されたエットレ、カッチァ教授Ettore Cacciaの報告「ペトラルカとペトラルキズモ-第三回国際イタリア文学会報」Il Petrarca e il Petrarchismo., III Congresso dell' Associazione Internazionaleper gli studi di Lingna e Letteratura italiana等を参照して、今回の学会でどのような問題が論議されたのか、又、主な研究発表の傾向といった点を参考までに記しておきたい。
著者
小佐野 重利
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.36, pp.144-168, 1986-10-30

E, mia intenzione in questa sede gettare una nuova luce sulla problematica dei rapporti artistico-figurativi tra l'Occidente e l'Oriente dopo i viaggi nell'Asia di Marco Polo e l'apparizione del suo liblro, il Milione, sulla scorta delle precedenti ricerche in questo campo svolte da insigni studiosi, quali B. Berenson, G. Soulier, Ch. Sterling, I. V. Pouzyna, e J. Baltrusaitis. Al tempo stesso e mia intenzione recensire anche la prima parte del recentissimo libro di Hidemichi Tanaka, Ex oriente lux. The Influences of the Far-East on Western Art, edito nel 1986. Un punto debole che accomunano le ricerche dei sopraccitati studiosi e di non riuscire bene ad individuare le opere d'arte orientali o il genere dei veicoli figurativi che avrebbero potuto influenzare in modo piu o memo diretto l'arte europea postmedievale. A differenza di quanto audacemente affermato da H. Tanaka, secondo il quale la pittura cinese avrebbe grandemente influenzato non solo sul piano morfologico e iconograuco, ma addirittura su quello compositivo, l' arte di Giotto, Simone Martini e Ambrogio Lorenzetti, non possiamo in realta avere nemmeno una sola prova, materiale o documentaria, che permetta di accogliere tale ipotesi. Pur tuttavia va anche presa in considerazione la qualita speciuca e quanto mai fragile della pittura cinese, di cui dicono i vari trattati e altri scritti cinesi sull' argomento, anche perche non sarebbe da escludere completamente la possibilita che proprio per la notevole fragilita della pittura cinese non ci siano pervenute le opere pittoriche cinesi, eventualmente importate in Europa dal mondo estremorientale nei tempi remoti. D'altra parte, pero, come ben si rileva, ad esempio, dal motivo di nuvole bianche in froma di "Lung" cinese che s'intravedono nel pannello proveniente da un cassone fiorentino del Terzo quarto del XV secolo (fig. 8), siffatti elementi estremorientali potebbero essere derivati, piu che direttamente da dipinti cinesi, da disegni tessili o ceramici. Alla luce di quanto qui esposto, potremmo concludere, sia pure in modo provvisorio, che l'apparizione di vari elementi estremorientali, soprattutto di carattere morfologico e iconografico, nelle arti figurativi occidentali, era prevalentemente dovuta ai prodotti delle arti applicate, come ad esempio i tessuti, importati o mandati quale regalo dal mondo orientale ; per quanto riguarda la raffigurazione di una tipologia fisica con costumi orientali, non va dimenticata la sia pur sporadica presenza in Italia di rappresentanti del mondo orientale in missione diplomatica. Invece, allo stato attuale delle nostre conoscenze di materiali, sembra essere stato tutt'altro che rilevante il ruolo che le opere d'arte in senso stetto dovettero svolgere come veicolo di siffatti elementi esotici.
著者
米山 喜晟
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.38, pp.1-36, 1988-10-30

Cap. Introduttivo Una lettera di Leibnitz per celebrare le nozze di Rinaldo I d'Este In quella lettera L. dimostro la relazione antica tra Casa d'Este E Casa di Brunswick. L'influenza di questa scoperta sul destino di M. Cap. I I1 processo della ricerca co-operativa di L. e M. i L'inizio della corrispondenza tra L. e M. Sulle circostanze dell'inizio della corrispondenza. Sui consigli di L. sulla disputa di Comacchio. ii La proposta di M. della ricerca co-operativa sull'origine di Casa d'Este. M. propose anche un libro co-operativo, ma l'attitudine di L. era indifferente. La decisione di M. di scrivere sul tema da solo. iii Un piccolo e breve conflitto fra loro sulla dissertazione latina sull'origine di Casa d'Este di M. L. proibi a M. di pubblicarla diplomaticamente. I1 contenuto della dissertazione e la genealogia trovata. Cap. II I1 fallimento della ricerca co-operativa di L. e M. i Lo sviluppo tranquillo della ricerca co-operativa. La disputa sulla relazione tragli Obertenghi longobardi e gli Adalberti bavaresi di Toscana. I1 motivo politico di L. per entatizare la relazione e la concessione di M. sul punto. ii Un gran conflitto sul manoscritto di M. mandato in Germania. La lentezza di L. pareva a M. un sabotaggio per plagiare la sua scoperta degli Obertenghi. I diplomatici estensi a Londra complottarono con Newton contra L. le proteste di L. Coutra duca d'Este e contra M. iii Sul risultato della ricerca co-operativa. Un gran successo quasieternale. La simpatia di M. per la nazione longobarda. La cultura medidoevale riscoperta. -fine-
著者
三浦 信
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.9, pp.62-71, 1961-01-30

In questo saggio viene esaminata l'economia aziendale in Italia : gli inizi, gli sviluppi e la situazione attuale. I caratteri dello studio della gestione e dill'organizzazione dell'azienda, associato a quello della rilevazione delle sue operazioni, sono infatti diversi da Paese a Paese. L'A., esaminando la storia delle discipline italiane, conclude che la dottrina moderna fondata dallo Zappa puo essere caratterizzata come una scienza della vita economica(gestione e organizzazione)dell'azienda, studiata largamente per mezzo di teniche contabili, cosi, affine a quella tedesca(Betriebswirtschaftslehre ). Dopoguerra le preoccupanti condizioni economico-sociali dell'ambiente fecero sentire agli italiani la necessita di fare ricorso anche alle discipline ame icane(Business Administration), senza metodo unitario ma tecnicamente molto sviluppate. Cosi la dottrina italiana stessa ora sta introducendo nel suo sistema i contributi americani come abbondanti e utili materiali di fatti e di tecniche.
著者
近藤 恒一
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.29, pp.151-199, 1980-09-15

Nel 1353 il Petrarca lascia definitivamente Valchiusa, il suo Elicona transalpino, e si stabilisce a Milano mettendosi sotto la protezione dell'arcivescovo Giovanni Visconti, signore di Milano. Il suo trasferimento suscita vive reazioni fra alcuni dei suoi amici, soprattutto fiorentini. In particolare furono violente le critiche mossegli dal Boccaccio che lo condanno severamente tacciandolo di aver commesso un grave delitto contro la patria (Firenze) e di aver abbandonato la liberta e la solitudo che erano state da lui tanto vagheggiate ed esaltate. Nel presente articolo si intendono chiarire i motivi del trasferimento del Petraca a Milano e nello stesso tempo alcuni degli aspetti fondamentali del suo pensiero e modo di agire. A dirla in breve, vi sono motivi schiettamente umanistici alla base di questo trasferimento del Petrarca: la sua avversione alla 'Babilonia occidentale' e il suo amore per l'Italia e, in particolare, il suo forte desiderio di trovare in Italia un nuovo centro per la sua attivita letteraria e quindi per il nuovo movimento culturale ossia l'umanesimo nascente. Infatti, secondo lui, questo movimento doveva essere sostenuto e portato avanti soprattutto dagli italiani e doveva avere il suo centro in Italia, e possibilmente a Roma che fu caput mundi e che avrebbe dovuto ancora esserlo. Nella realta, tuttavia, la citta di Roma non era adatta alla sua dimora, perche per lui personalmente il nuovo centro doveva garantire, oltre alle circostanze culturali propizie, la solitudo ossia vita solitaria piena di quies, otium e libertas, indispensabili ai suoi studi. A questo riguardo gli pareva che Milano fosse invece il luogo piu acconcio e sicuro per lui e le sue cose. Per il Petrarca, diversamente che per il Boccaccio e altri amici, suoi critici, il vivere sotto un governo monarchico o autocratico non significava necessariamente perdere la propria liberta. Anzi, ad osservare la situazione politico-sociale dell' Italia del tempo, rovinata dal furore delle guerre civili, egli sognava piuttosto il rinnovamento e l'unita dell' Italia sotto un forte governo monarchico e pensava inoltre che senza sicurezza e pace sarebbe stato praticamente impossibile godere di quella liberta che era per lui sostanzialmente tutt'uno con la solitudo. D'altra parte, per il Petrarca, che politicamente desiderava prima di tutto l'unita e la pace d'Italia, nessuno degli stati italiani del tempo poteva costituire una patria nel vero senso della parola e quindi non aveva ragione la critica del Boccaccio che la sua alleanza con il Signore di Milano fosse un delitto contro la patria. Ugualmente, per il Petrarca, era senza senso l'osservazione che a causa del suo trasferimento a Milano, citta popolosa, egli avesse definitivamente abbandonato la solitudo stessa. Infatti per lui solitudo significava, da una parte, ritirarsi in se stesso e stare con se stesso liberandosi completamente dalle cure 'mondane' e, dall' altra, dedicarsi meglio alla propria attivita letteraria per poter giovare di piu al mondo. E a tale attivita la solitudo in citta poteva anche essere piu propizia che non quella in selva. In effetti a Milano non meno che altrove egli riusciva a trovare e godere la solitudo. Durante questo stesso soggiorno milanese, pero, di tanto in tanto egli confessava di essere misero, cosi disturbato dalle cure e fatiche 'mondane'. Tuttavia questa sua infelicita non era causata dal fatto che egli dimorava in una grande citta, ma dallo stesso carattere contradittorio proprio della solitudo da lui concepita: piu essa si ricerca e si realizza, piu essa tende inevitabilmente a riempirsi di cure 'mondane' e quindi a cessare di essere solitudo.
著者
木村 容子
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.53, pp.55-81, 2003-10-25

In generale la dottnna cnstiana sull' atto sessuale andava trattata durante la confessione in private, nel medioevo Tuttavia, al contrano degli altri predicatori, Bernardino da Siena (1380-1444) un francescano e uno dei predicatori piu popolan dell'Itaha medievale, predicava dettaghatamente gli argomenti sessuali in pubblico In questo saggio vorrei provare a chianre l'originalita di Bernardino da Siena, come predicatore, sull'argomento sessuale Esamino non soltanto le reportationes (le annotazioni di predicazione parlata) di Firenze del 1424 e di Siena del 1425 e 1427, ma anche le model sermons (le prediche scntte dai predicatori come modello) Confrontando questi due tipi di materiali storici, mostro la sua struttura teorica su questo argomento Per quanto riguarda l'atto sessuale, i governi delle vane citta generalmente miravano alla regolamentazione dei rappolti sessuali estranei al matrimonio Per esempio si controllavano i rapporti tra maschi adulti e ragazzi, cioe la sodomia, e si allentavano i regolamenti della prostituzione Bernardino, invece, affrontava sia i rapporti tra coniugi sia i rapporti tra i maschi Quanto alla sodomia, il predicatore parlava a tutti i cittadini e li stimolava all'ostilita verso i sodomiti Le sue prediche, invece, sugli atti sessuali tra coniugi erano rivolte principalmente alle mogli Lui poneva un limite all' atto tra i coniugi con la massima attenzione Perdonava il peccato di commettere l'atto sessuale durante il perinodo mestruale a secondo delle circostanze Ma l'atto sessuale commesso in modo da evitare la gravidanza, cioe vitium contra naturam, era da lui decisamente proibito Influenzate dalla realta, le sue prediche contribuirono a formare, nello stesso tempo, il senso morale dell'uditorio
著者
六反田 収
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.17, pp.63-77, 1969-01-20

Il Chaucer (1340-1400) fu mandato in Italia come ambasciatore per negoziare problemi commerciali e politici, almeno due volte, e vi incontro gli scritti dei tre grandi trecentisti italiani. L'avvenimento significa non soltanto il primo contatto della letteratura italiana con la letteratura inglese, ma anche l'inizio dello scontro della letteratura francese e la letteratura italiana fatto nell'arena, della letteratura inglese, e pertanto deve essere situato piu precisamente nell' ampia corrente della storia delle letterature europee. Eppure dobbiamo ammettere che questo evento e pieno di punti oscuri, speeialmente a causa della scarsita di prove sicure e della taciturnita del Chaucer con riferimento di cio. In questo articolo l'autore cerca di fare una rassegna generale dell' incidente, discriminando con cura i fatti indiscutibili dalle pure congetture infondate, e inoltre cerca di risolvere alcune questioniderivate dal processo.
著者
清水 純一
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.6, pp.34-51, 1957-12-30

Il merito della scuola padovana nella storia della filosofia scientifica moderna, e chiaro, e solo paragonabile al nominalismo della Post-Schola. Di fatti, si puo dire che l'averroismo del quattrocento, il cui centro era a Padova e Bologna, e la base del pensiero che correra direttamente allo spirito sperimentale di Galileo Galilei. Ad ogni modo, per la ricerca della scuola padovana ancora oggi ci sono rimasti molti problemi insoluti : da una parte, circa lo svolgimento dell'idee, dall'altra circa il contenuto di idee che hanno influenzato sui concetti scientifici moderni. Nell' articolo, l'autore mira a chiarificare, esaminando acutamente gli ultimi resultati del genere, lo sviluppo della scuola padovana, e poi a ricercare alcuni germi del nuovo concetto scientifico, in particolare nella filosofia di Pomponazzi. Secondo l'autore, questi sono due punti importanti per meglio determinare la posizione della scuola padovana nella storia dalla filosofia. Padova, Palermo e Parigi sono luoghi di partenza dello sviluppo dell'averroismo ; ed inoltre, paragonata con le due citta, in Padova questa tradizione e durata molto piu lungo. Facendo una distinzione dei periodi dello sviluppo, possiamo dire primo periodo dalla fine del 13^<mo> secolo alla prima meta del 14^<mo> secolo con Pietro d'Abano ; secondo periodo circa la seconda meta del 14^<mo> secolo con Paolo Veneto ; terzo periodo dalla seconda meta del 15^<mo> secolo fino alla prima meta del 16^<mo> secolo con Pietro Pomponazzi e Jacopo Zabarella-questo periodo, anche dal punto di vista ideologico e il piu importante, - e in oltre il quarto periodo che e di decadenza. In breve circa la caratteristica generale di questa tendenza si puo dire che l'averroismo padovano ha una tendenza naturalistica piu che teologico. L'averroismo padovano si puo dire che trasmetta o che segni la dottrina averroista delle due verita, cioe una distinzione esatta fra la verita teologica e quella filosofica. Il Pomponazzi e uno dei rappresentanti piu importanti dell'averroismo padovano. Egl si separa dalla fede e si sforza di spiegare tutto con la ragione e l'esperienza. Anche circa la dottrina tradizionale della immortalita dell'anima, partendo dallo stesso principio, prende una attitudine "neutra". Questa attitudine non e solo conciliativa, ma, basata sulla natura del razionalismo moderno, la presa di coscienza di antinomia. In oltre l'autore giunge alla conclusione che La scuola padovana del 15^<mo> secolo ha portata una nuova scoperta di uomo critico, che e un base spirituale per la scienza moderna, basandosi sulla tradizione averroistica dal 13^<mo> secolo fino ad allora, specialmente sulla teoria delle due verita.
著者
日向 太郎
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.50, pp.90-115, 2000-10-20

Nell'Elegia di madonna Fiammetta di G. Boccaccio, La protagonista accusa quasi incessantemente la dea Fortuna di inimicizia, volubilita, cecita e sordita. Certamente il riferimento alla dea, un topos che risale alla letteratura antica, si trova anche nelle opere precedenti la Fiammetta, opere sia boccaccesche che di altri autori, ma l'accumulazione del riferimento non ci consente di affermare-senza considerare le caratteristiche della narrativa presente (nel senso che la protagonista coincide con l'io narrante)- che la Fortuna nella Fiammetta non si differenzia da quella del Filostrato o del Teseida. Scopo di questo studio e la caratterizzazione dell'uso del suddetto topos nella Fiammetta confrontandone le caratteristiche con quelle presenti in altra opere boccaccesche e in quelle di Apuleio, di Boezio, di Arrigo da Settimello ecc., in cui la dea svolge una funzione temaitca ugualmente importante. Gli studi generali del Doren e del Patch sulla Fortuna, benche fondamentali e validi ancor oggi, non sembrano sufficienti a chiarire il carattere ambiguo della dea, che deriva tale amtiguita specificamente dal punto di vista degli uomini. Alla vittima che ne ignora la natura la dea apare cieca (tipo A); non appare tale invece a chi la conosce e la supera (tipo B). Nella Metamorfosi di Apuleio, il protagonista racconta il proprio passato, come la Fiammmetta boccaccesca : egli - racconta - trasformato in asino, diviene vittima della Fortuna ; ma, essendo riuscito a riprendere la propria forma umana, dopo aver imparato la legge e la morale, Lucio si rescatta dal suo precedente status di vittima (tipo A) e mostra di esser giunto alla conoscenza della natura della dea ed al suo superamento (tipo B). Nell'opera d Apuleio, dunque, c'e una sorta di evoluzione nel protagonista dal tipo A al B. I due punti di vista A e B coesistono anche nella narrazione qui oggetto di discussione, ma in maniera diversa. Infatti, nel primo capitolo, la protagonista trascura il significato del sogno premonitore : l'esistenza stessa della maliziosa dea le resta ignota fino al fallito ritorno promesso dall'amante Panfilo. In questa fase, Fiammetta comincia ad accorgersi di essere vittima della dea. L'invettiva lanciata contro la Fortuna (V [25]), a seguito della notizia del matrimonio di Panfilo, mostra infatti che l'atteggiamento della protagonista e assimilabile al tipo A. Ella, infatti, pur accusandola di intervenire nel campo dell'amore, nutre pero la speranza che la dea possa diventarle tanto benevola da renderle l'amato. Diverso e, invece, l'atteggiamento della nutrice, che sembra corrispondere al tipo B, persuadendola a dimenticare Panfilo e a non cercare la morte. A questo scopo la nutrice richiama l'sttenzione di Fiammetta sul fatto di non essere l'unica vittima della dea, essendo quest'ultima instabile per sua propria natura. Ciononostante, Fiammetta continua a sperare che la Fortuna le conceda di rivedere l'amato e viene cosi ingannata dalla falsa notizia del suo ritorno nel settimo capitolo. Nel capitolo seguente, pero, al fine di convincersi di non essere l'unica a soffrire quale vittima della dea, confronta la sua situazione presente con quella di alcuni personaggi, sfortunati del mondo mitico e storico. Pur dando l'impressione di sedguire i consigli della nutrice, in realta non riesce ad andare oltre la visione vittimistica nei confronti della dea, dal momento che ribadisce diessere comunque fra tutti la piu sfortunata. Tornando al protagonista dell'opera di Apuleio, e possibile osservare che mentre Lucio riesce a liberarsi dal maleficio della dea e a riprendere la propria forma umana, Fiammetta, invece, continua a rimanerne vittima ; ma, come il primo, anch'essa, attraverso la sofferenza che la dea le procura, faesperienza di cose nuove : la protagonista e l'amante si scambiano cenni e parole destinati a permettere la comunicazione fra loro soli anche in presenza d'altri e questo le permette di imparare l'allegoria e di usare gli pseudonimi di Panfilo e Fiammetta. Nei capitoli terzo e quarto, l'attesa del ritorno di Panfilo avvicina Fiammetta alle figure femminili della mitologia descritte nelle Eroidi di Ovidio (poeta elegiac9\o); nel capitolo quinto l'invettiva contro la Fortuna la porta a esprimere ripugnanza per il lusso della vita urbana ea a prediligere la vita rustica e modesta dell'eta dell'oro. L'immagine del locus amoenus descritto dalla protagonista (V [30]) rievoca brani virgiliani e ovidiani; il lunghissimo catalogo degli afflitti dalla Fortuna del capitolo ottavo mostra affinita congli exempla di Ovidio e Properzio (entrambi poeti elegiace); la protagonista confronta la sua condizione attuale con quella dei personaggi mitologici. La narratrice ci mostra, dunque, un autoritratto della letterata che matura nel corso di eventi angosciosi. L'incontro con Panfilo le reca non solo un amore sfortunato, ma anche l'opportunita di ciltivare la letteratura ; il perfezionamento interiore raggiunto attraverso la conoscenza letteraria permette di susciare, in altri, compassione, unica consolazione per chi non riesce, comunque, a staccarsi da quel genere di amore mondano che rientra nei casi procurati dalla Fortuna. Si puo, dunque, concludere che in questa narrazione Boccaccio fa raccontare, minutamente, a Fiammetta la sua vicenda ed esperienza dei poteri della dea Fortuna con lo scopo di dimostrare il significato e l'opera di perfezionamento spirituale che la conoscenza letteraria puo procurare.
著者
伊田 久美子
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.33, pp.56-72, 1984-03-15

"Una donna", il primo romanzo di Sibilla Aleramo e forse la piu famosa e migliore belle sue opere, suscito rampia attenzione e il dibattito di letterati, socialisti e femministe di auora(da Ojetti, Graf, Bontempelli, a Olper Monis, Lombroso eec.). Era il momento in cui in ltalia il movimento femminista si trovava in una fase di sviluppo, con la nascita delle varie organizzazioni delle donne a cui partecipo anche l' Aleramo. Questo romanzo, autobiografico, narrato in prima persona, racconta la storia di una donna dall' infanzia al matrimonio. allanascita del figlio, all' abbandono della famiglia. Si tratta dell' esigenza di una "individualita intera" da parte della donna, che giustamente prese la forma di autobiografia. Si puo notare che in questo romanzo esistono due dimensioni contrastanti di emancipazione della donna: una razionalista che richiede l'uguaglianza e l' altra romantica che, partendo dall' individualismo, finisce con il sottolineare la diversita tra i sessi. Queste sono, infatti. le idee ereditate dai suoi genitori. rappresentate nelle loro figure descritte nel romanzo. Ma oltre a questo elemento personale, c'e coincidenza con la tendenza generale dell' ideologia femminista che ondeggia tra queste due posizioni che ancora oggi non sono arrivate a una sintesi.
著者
斉藤 寛海
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.39, pp.29-61, 1989-10-20

Sul prezzo dei panni fiorentini nel mercato damaschino del periodo dagli ultimi anni del Trecento ai primi del Quattrocento, esiste una controversia tra i due studiosi Ashtor e Hoshino. Ashtor dice che il prezzo dei panni occidentali, nonche fiorentini, cade a livelli estremamente bassi. Egli insiste che questo fenomeno e il risultato del processo di dumping. Opponendosi a questa teoria, lo Hoshino sostiene che il prezzo non diminuisce. La causa diretta della controversia e dettata dalla diversa interpretazione del D, il segno abbreviativo dell' unita monetaria, che si trova nelle valute(liste dei prezzi)dei documenti del Zane(ASV). Ashtor interpreta D come ducato, ritenendo che il prezzo si riferisca alla pezza, mentre Hoshino pensa che si tratti del daremo, e che il prezzo sia per picco, cioe il braccio damaschino. L'autore di questo articolo, esaminando lettere commerciale nei documenti stessi, accerta che D significa ducato, e suppone che il prezzo sia per pezza. Nello stesso tempo, suggerisce che non si puo insistere sul dumping. Ashtor vede i movimenti del prezzo sempre in misura del ducato. Egli insiste sul dumping basandosi sul movimento nel ducato. Invece, il prezzo si presenta in daremo fino ad un certo periodo, quando il tasso di cambio ducat-daremo fluttua acutamente. Quanto al prezzo del daremo, non si trova caduta. Quando ci si limita al prezzo nel ducato, i prezzi delle merci varie oscillano in comune, provocando oscillazioni nel tasso di cambio. Quindi, non dare corretto parlare di dumping.
著者
野上 素一
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.12, pp.1-6, 1964-01-20

L'A.stesso ha minima di negare l'opinione pubblico che dice Boccaccio e un letterato che ama e s'interessa di piu ad Essere umano che a Natura, ma cerca nello stesso quanti animali sono stati raccontati nel suo opera principale, Decameron. Percio l'A.esamina ogni novella di questo romanzo, uno per uno, e scopre che ci sono stati raccontati parechi animali, tra cui il cavallo e piu favorito(il cavallo e stato raccontato ben 133 volte in quest'opera). Cio dimostra un fatto che questo animale e stato il mezzo piu comune di viaggio in medioevo e quan-do l'uso di cavallo e aumentato, il mercato di cavallo e stato tenuto spesso in varie citta italiane(nel Decameron noi troviamo un episodio di Andreuccio da Perugia, che e venuto a Napoli a comperare cavalli ed e stato rubato del denaro da una donna siciliana nella novella V di II giornata)e la novella VII di II giornata e la novella II di III giornata di questo romanzo dimostrano chiaramente che c'era forte richiesta di pallafrenier come oggi meccanici di automobili sono molto ricercati. Secondo l'opinione dell'A., gli altri animali raccontati nel Decameron non hanno nessun altro valore che figurativo, come per esempio "quasi cicogna divenuto si forte batteva i denti"(novella VII di VIII gioranta)e "il frate montone diede la borsa"(novella III di IIIgiornata). Alla fine, L'A.per paragonare l'idea di Boccaccio con quella di Dante cita alcun brano di Canto VII di Paradiso di Divina Commedia che dice : "L'anima d'ogne bruto e de le piante di complession potenziata tira lo raggio e 'l moto de le luci sante ; ma vostra vita sanza mezzo spira la somma beninanza, e la innamora di se si che poi sempre la disira." e poi alcun brano di novella I di V giornata del Decameron che dice : "Certo niuna altra cosa se non che l'alte virtu dal cielo infuse nella valorosa fossono da invidiosa fortuna in piccolissima parte del suo cuore con legami fortissimi legate e racchiuse, quali tutti Amor ruppe e spezzo, si come molto piu potente di lei ; e come eccitatore degli addormentati ingegni, quelle da crudele obumbrazione offuscate con la sua forza sospinse in chiara luce, apertamente mostrando di che luogo tragga gli spiriti a lui suggetti e in quale gli conduca co'raggi suoi." e quindi conclude che in vece Dante considera l'anima d'essere umano ispirata sanza mezzo da Dio e perfettamente e immutabilmente differente dall'anima di bruto e piante che tirano soltanto il raggio della stella (angelo), Boccaccio permette la possibilita di far assimilare l'anima di bruto e piante all'anima umano con l'aiuto d'Amore.
著者
大黒 俊二
出版者
イタリア学会
雑誌
イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
巻号頁・発行日
no.51, pp.76-98, 2002-03-30

A partire dalla seconda meta del Quattrocento si diffusero nelle citta dell'Italia centro-settentrionale i Monti di Pieta un istituto bancario di prestito su pegno. Fondato dal governo comunale, il Monte di Pieta mirava alla difesa di cittadini poveri contro l'usura praticata dai banchieri ebrei offrendo prestiti a basso tasso d'interesse. Per poter richiedere apertamente l'interesse, tuttavia, si dovette superare la dottrina tradizionale sull'usura che vietava prestiti con qualsiasi interesse aggiuntivo. Come si e riusciti a sormontare il divieto di usura? Da chi e in che modo e organizzato il movimento per la fondazione del Monte? A partire da questa problematica viene qui considerata la predicazione di Bernardino da Feltre e la fondazione del Monte di Pavia nel 1493. La maggior parte dei Monti e nata per la sollecitazione di predicatori francescani osservanti, tra i quali spicca la figura di Bernardino da Feltre che dirisse da solo la fondazione di ben 20 Monti. Attraverso le reportationes (le annotazioni di predicazione parlata) di Pavia nel 1493 e possibile risalire fedelmente agli argomenti bernardiniani sulla necessita del Monte e sulla giustificazione dell'interesse. Avendo come fonti principali reportationes, ma non trascurando altre fonti (statuti di Monte, libri di conti ecc.), si e percio cercato di mostrare l'innovazione compiuta dal Monte nella storia del pensiero economico e in quello bancario.