- 著者
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山崎 彩
- 出版者
- イタリア学会
- 雑誌
- イタリア学会誌 (ISSN:03872947)
- 巻号頁・発行日
- no.60, pp.67-88, 2010-10-20
Italo Svevo (1861-1928) viene elencato tra i piu importanti scrittori novecenteschi europei quali Joyce e Proust per il merito di aver scritto La coscienza di Zeno (1923), opera considerata dall'autore stesso "tutt'altra cosa dai romanzi precedenti". Per questo motivo la critica sveviana tende in generale a sottolineare la scissione tra La coscienza di Zeno e le opere precedenti. La nostra analisi invece cerca di dimostrare la continuita delle attivita letterarie di Svevo analizzando i racconti scritti durante il "periodo del silenzio", che va da Senilita (1898) a La coscienza di Zeno. Svevo stesso dichiaro di aver smesso di scrivere seriamente romanzi dopo l'insuccesso di Senilita. Questa sua dichiarazione ha influenzato la critica sveviana a tal punto che spesso si e ritenuto che durante il periodo tra Senilita e La coscienza di Zeno Svevo fosse principalmente occupato a sbrigare questioni familiari e di conseguenza la sua attivita letteraria avesse perso di vigore. Di conseguenza per quanto riguarda la nascita de La coscienza di Zeno, generalmente gli studiosi hanno espresso l'ipotesi che in principio esistessero solo gli episodi autobiografici (dal capitolo "Il fumo" a "Storia di un'associazione commerciale"), che l'autore avrebbe abbozzato durante il cosiddetto "periodo del silenzio". Secondo questa ipotesi la parte della cornice del romanzo (divisa in "Prefazione", "Preambolo" e "Psico-analisi") sarebbe stata integrata in un momento successivo quasi per caso. Tuttavia se si pensa alla forma cosi ben strutturata del romanzo, l'ipotesi di una struttura casuale non sembra molto convincente. Con la pubblicazione dei testi critici curati da M. Lavagetto (Tutte le opere, Mondadori, Milano 2004), si e venuti a conoscenza che la data di compilazione di alcuni racconti di Svevo rientrava proprio nel cosiddetto "periodo del silenzio". A nostro avviso tali racconti possono essere considerati di preparazione a La coscienza di Zeno. Analizzando i racconti del "periodo del silenzio" il nostro articolo mira per prima cosa a dimostrare che in quell'epoca Svevo stava continuando a sperimentare vari modi di scandagliare i desideri intimi degli esseri umani, e in secondo luogo a proporre l'ipotesi che la forma peculiare de La coscienza di Zeno esistesse fin dalla prima stesura. In questo studio prendiamo in esame in particolare cinque tra i racconti scritti in quell'epoca: Lo specifico del Dottor Menghi (1904), "Diario di bordo" (1900-1909?), "Un medio ingenuo" (1910-1914?), "Il malocchio" (1913-1918?), Ombre notturne (1914?). Dall'analisi di questi racconti si osserva che: 1) alcuni di essi hanno gia una struttura di cornice e un narratore inattendibile; 2) vengono trattati di frequente alcuni fenomeni alla moda dell'epoca (per es. la cura rigenerante, lo spiritismo, la psicoanalisi), i cui benefici sono spesso dubbiosi. A questi fenomeni, che abbiamo nominato "ordigni" usando un'espessione di Svevo, Svevo aveva affidato una interessante funzione narrativa, cioe quella di far emergere i desideri intimi ed egoistici dei personaggi. Queste osservazioni ci portano a dedurre che, nonostante non avesse molto tempo da dedicare alla letteratura, in quel periodo Svevo stesse cercando di sperimentare vari modi di raccontare (il narratore inattendibile, la struttura di cornice e i diversi "ordigni") per far emergere l'intimo degli esseri umani dai suoi protagonisti. A questo punto se si pensa alla psicoanalisi ne La coscienza di Zeno, le sue funzioni narrative si dividono in due livelli e sono simili alle caratteristiche narrative dei racconti del "periodo del silenzio": 1) a livello della narrazione, la psicoanalisi funziona come una cornice che unisce tutti i racconti in cui il narratore e un paziente che tende a mentire al suo psicoanalista, quindi e inattendibile; 2) a livello del contenuto invece, la psicoanalisi funziona come "ordigno", che trasmette ai lettori delle informazioni non volute dal narratore Zeno. Da questa osservazione si ipotizza che fin dall'inizio della stesura de La coscienza di Zeno, l'intenzione di Svevo fosse di sfruttare doppiamente la psicoanalisi, sia a livello della narrazione che a livello del contenuto, per far emergere i desideri intimi del protagonista Zeno. Pertanto, in contrasto con l'ipotesi sostenuta finora da molti studiosi, sosteniamo che Svevo avesse fin dall'inizio l'idea della struttura attuale del romanzo.